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Gli studio visit in metrò – M1

Sapersi orientare per la città lungo le linee metropolitane per gli studi d’artista. Porta Venezia, NoLo, Cadorna, Duomo: un viaggio per i centri di ricerca domestici.

Scritto da Artoday il 20 aprile 2022
Aggiornato il 14 giugno 2022

Quando si deve capire quanto è grande una città, solitamente si prova a guardare quanto si sviluppano i suoi mezzi di trasporto, quanto si spingono in là i suoi confini e come si possono raggiungere. Vediamo che alcuni quartieri ruotano attorno a singole fermate e altri suddividono la propria esistenza rispetto a diversi punti di arrivo. Si capisce in fretta che Milano è dotata di infiniti centri città – come tutte le metropoli – e che ogni suo quartiere e sua fermata cela meravigliose scoperte. Se spesso dietro ai portoni qualunque si nascondono giardini con fenicotteri e architetture inaspettate, noi siamo andati a scoprire dei luoghi d’eccellenza: gli studi d’artista

Con “Gli studi visit  in metrò Artoday vi porta a spasso per i luoghi in cui si fa la storia dell’arte. È dove vivono gli artisti, dove passano le notti in bianco e studiano, producono, lavorano portando avanti le loro ricerche. Sono case, seminterrati, vecchi edifici industriali, cortili al chiuso dei portoni, tutti lungo le linee della metropolitana – mal che vada con qualche passo a piedi.

M1 – Linea Rossa

La prima linea metropolitana milanese, che risale al 1964 e che percorre Milano in ben 27 km di tragitto, interessa l’arte in maniera molto circoscritta. Se le zone entranti in Milano da Rho Fiera e Bisceglie diventano zone sempre più residenziali e filo-borghesi, passando poi per il centro con fermate di punta quali Cadorna (che ospita l’opera Ago, filo e nodo dei coniugi Claes Oldenburg e Coosje van Bruggen, rossa-verde-gialla proprio ad indicare i colori delle tre linee metropolitane presenti fino ad allora) e il Duomo, che diventa spesso palcoscenico di opere e sculture monumentali di dubbio gusto, si giunge poi in Porta Venezia. Qui le gallerie d’arte aprono  una via l’altra, e anche il MEET – Digital Culture Centre ha deciso di insediarsi nell’ex Spazio Oberdan. Porta Venezia è una delle patrie degli artsy people, e ovviamente – in quanto tale – pullula di studi d’artista.

Una volta scesi dalla metropolitana, andando in direzione di Casa museo Boschi di Stefano, proseguendo in direzione di Via Eustachi n.23, si raggiunge lo studio di Alice Ronchi. Minimal e fiabesco sono due termini che racchiudono perfettamente il suo lavoro: una ricerca ricca e varia, che va dalla fotografia alla scultura, dal video all’installazione fino alla pittura polimaterica. Un connubio di forme che raccontano storie, che creano personaggi e gli ambienti stessi in cui questi vivono ed emozionano. Per citare il neo brand (nonché life motto) di Eleonora Carisi – imprenditrice digitale, designer e owner Kodawari Production –, “Emotivamente scossa” è l’esito ideale  del lavoro di Alice. 

Da qui, in 5 minuti a piedi seguendo un “avanti tutta” lungo Via Plinio fino al numero 43 – proprio dietro al Bar Basso, per non farsi mancare nulla – trovate lo studio di Luca Loreti. Con la sua opera più recente, primo comic book silenzioso dal titolo “IO”, edito da King Koala, Luca apre al pubblico in maniera irriverente e senza veli la propria ricerca: punk e raffinatezza sempre presenti nelle sue opere scultoree e si ripresentano anche nella fase di disegno e fumetto. Una pratica che trova le sue fondamenta nella sessualità e nella società, temi pop affrontati con una lingua ricca di verve e sarcasmo che ricalca la contemporaneità. 

Se siete stati bravi e temerari, e il Negroni sbagliato l’avete bevuto per pranzo al Basso, ripartite da Lima e proseguite verso la via che racconta la storia della mitica pizzeria al trancio Spontini – Milano 1953, dove adesso ha inaugurato il suo nuovo spazio fresco di pacca la galleria Vistamare, al n.5 trovate la casa-studio di Monia Ben Hamouda e Michele Gabriele insieme al loro chow chow bianco Korea. Artista donna, che lavora sul suo essere ed esistere in una duplice dicotomia culturale – occidentale e orientale, nordafricana ed europea –, Monia esprime la sua ricerca affrontando le barriere politiche, mediatiche e sociali attraverso un processo sciamanico, creando attorno ai lavori riti ed esorcismi. All’interno del medesimo ambiente, Michele porta avanti la sua ricerca basata sulla relazione contemporanea tra cambiamento climatico, degrado ambientale e ai loro effetti che, con una pratica iper-materialista e post-digitale, guidano sempre più a una visione fallimentare di quello che può essere un futuro tecnologico e al contempo eco sostenibile.

Dopo aver fatto un viaggio in un’altra dimensione, si può decidere se tornare indietro oppure proseguire facendo due passi a piedi verso Loreto. Lì prendete la metro verso Sesto 1° Maggio Fs, e dopo quattro fermate siete a Gorla – nella zona più a nord del quartiere NoLo –, altra tappa metropolitana che apre a diverse opzioni: decidete se andare in “su” o in “giù”; verso Nord ci dirigiamo a Spazio Marea – Via Privata Luigi Cirenei n.10 –, studio d’artista condiviso dove al suo interno operano Kimia Kahkpour, Simona Pavoni, Niccolò Quaresima, Adina Bettega Anca e Hossein Qayyoomi Bidhendi. Lo spazio è principalmente utilizzato come luogo di ricerca, ma ha una natura mutevole, che lo rende polifunzionale e si apre occasionalmente al pubblico per ospitare mostre ed eventi. Andando verso Sud, invece, la meta è Via Asiago n.12 per andare a trovare l’artista Silvia Mariotti: la sua ricerca, trasposta praticamente nel medium fotografico e nell’installazione, si sviluppa attraverso la stratificazione di elementi tratti dalla storia e dalla letteratura e di simboli culturali e sociali. Una sospensione temporale, spesso creata attraverso immagini fittizie che riproducono ambientazioni notturne, con l’obiettivo di portare lo spettatore davanti a una dimensione alterata della realtà. 

Alla fine di questo tour – che speriamo vi incuriosisca – siete liberi di andare a casa o spingervi alla scoperta di nuove realtà e nuovi artisti. Se vi fa piacere condividere con noi la vostra ricerca e il vostro interesse, invitateci a partecipare ai vostri personali studio visit! 

Se non ve la sentite di andare a citofonare a casa della gente o di entrare a gamba tesa nel salotto di qualcuno, potete fare affidamento su di noi! Scrivete in DM ad @artoday__projects e saremo noi a farvi da ponte, diversamente gli artisti sono disponibili a essere contattati attraverso i loro canali per potervi accogliere nei loro studi. Mettete alla prova tutta la vostra delicatezza ed empatia e sappiate che ci si diverte anche un sacco: non abbiate paura di fare questo passo, di lasciare un pezzo di voi all’arte e di far sì che essa ne lasci uno, o più, a voi.