OGR continua a macinare colpi su colpi, spiazzando le aspettative dei pubblici della musica, dell’arte e del design che non si aspettano di convergere in un unico posto, o di trovare tutto quello che gli piace in un unico enorme contenitore.
Sul fronte dell’arte l’esordio col botto è Tino Sehgal, il 2 febbraio, per la cura di Luca Cerizza. Sehgal, il re della performance, arruolerà stuoli di ballerini, o i custodi dello spazio, o chi sa quali categorie di lavoratori e perditempo, per turbare e disturbare in primis gli spettatori e i suoi colleghi del mondo dell’arte, e poi per mettere in questione ogni singolo assunto critico, politico, sociale, anche i più scontati e concordati. Niente a che fare con il disgusto e il degrado, le puzze e il sangue spesso e volentieri associati al performativo: le sue coreografie sono classicamente BELLE, e lo scarto con la dimensione del piacevole e del rassicurante è di ordine puramente verbale, logico, quasi logorroico.
Il 29 marzo è la volta di Susan Hiller, a cura di Barbara Casavecchia, con la mostra Social Facts. Come molte artiste della sua generazione (classe 1940) Susan Hiller ha una percezione più acuta della natura dell’arte che fa e del mondo da cui la genera, cosa che la ha sempre portata a indagare quei fenomeni della realtà che si trovano ai margini del conscio, del riconosciuto, tra la vita e la morte, la presenza e l’assenza. Le sue installazioni di video, o di objets trouvés, sono opere spettacolari e stranianti.
L’estate vedrà la personale di Rokni Haerizadeh, artista iraniano che vive a Dubai vincitore del nuovissimo premio OGR ad Artissima 2017, mentre in autunno inaugura una mostra di Mike Nelson, quello stesso artista inglese che l’anno scorso ha portato da Franco Noero dei pezzi provenienti dalla demolizione di una banca di Monaco (Principato) precedentemente dipinta tutta di blu oltremare, metafora del rapporto tra arte e denaro e del potere trasformativo dell’arte, e prima ancora aveva ridisegnato il neoclassico villino del padiglione britannico nei giardini della Biennale di Venezia in una specie di labirintica favelas costruita con pezzi assemblati dal sapore orientaleggiante.
Ilaria Bonacossa, direttrice di Artissima, non si è lasciata sfuggire l’occasione di fare a sua volta un progetto con OGR, e per la prossima edizione ha attivato una sezione speciale Artissima Sound, con 20 gallerie che esporranno oggetti sonori.
Il 2 febbraio, insieme a Sehgal, si inaugura anche uno spazio permanente progettato dal grandissimo ex-designer Martì Guixè, catalano, uno dei pochi progettisti, all’incrocio tra esperienze, cibo, spazio e oggetti, che abbia il senso delle relazioni e di come accoglierle: il Transnatural shop, spazio dedicato ai libri ma non bookshop, “un luogo per lo spirito, anche se popolato da materia fisica, dove libri e oggetti sono celebrati come mezzo di trasmissione di valori immateriali, conoscenza e cultura — spiega Guixé —. Uno spazio chiuso dove l’individuo è libero; una stanza calma e solida i cui volumi ricordano le pietre e la cui luce è studiata per mettere in relazione l’interno e l’esterno dell’edificio”.
Anche per quanto riguarda i concerti le OGR sfoderano un programma “di peso” che mette insieme leggende assolute della musica internazionale, sia essa elettronica, contemporanea o indie rock, incrociando anche una fitta rete di collaborazioni che vanno dal MIF – Manchester International Festival fino al TOdays passando per il Jazz Festival.
Si parte con il classicismo senza tempo delle Piano Lessons, rassegna inaugurata lo scorso dicembre con l’esibizione ricca di pathos di Ezio Bosso, che porta alle Officine Grandi Riparazioni tre maestri per altrettanti appuntamenti che conducono il pubblico alla scoperta del mondo dei tasti bianchi e neri: l’even eight del visionario Bred Mehldau (16 febbraio), il magico mondo di Yiann Tiersen (9 marzo) e l’originale minimalismo musicale di Michael Nyman (14 aprile).
Dalle “lezioni di piano”, le grandi rassegne musicali di OGR si spostano verso le avanguardie artistiche novecentesche e la loro relazione con lo spazio urbano in diverse città del mondo con Avantgarde Portrait. Prima tappa di questo itinerario sarà New York. Mescolando stili, registri e media differenti – dal cinema di Jim Jarmusch alle sonorità dei Velvet Underground – lo spettatore affronterà un viaggio che collegherà, metaforicamente e non, la Factory di Andy Warhol con le Officine Grandi Riparazioni di Torino. La rassegna si compone di tre appuntamenti che vedranno come ospiti l’indie rock amatissimo dei Blonde Redhead, un nume come John Cale e l’imprevedibile Arto Lisndsay. Le loro storie musicali e personali si sono più volte incrociate nel corso degli ultimi anni tanto che la rassegna è, dal punto di vista artistico, quasi una foto di famiglia, ambientata ovviamente nella New York dell’avanguardia. In quest’ottica, ogni appuntamento musicale sarà accompagnato da un lavoro site specific a cura del pittore torinese Daniele Galliano, che ritrarrà dal vivo gli artisti e le loro performance, rinforzando ancora una volta la missione delle OGR di avvicinare e mescolare la grande musica con i linguaggi delle arti visive.
Dall’avanguardia le OGR passano all’elettronica pop con uno dei nomi più amati del panorama italiano. Il 30 marzo Jacopo Bianchi, in arte Cosmo, presenta alle OGR Cosmotronic, nell’ambito di un tour di otto date speciali che lo porterà a esibirsi nei più importanti live club italiani. Un party itinerante arricchito dalla presenza di dj special guest che si esibiranno nelle varie date, dando vita a una festa che proseguirà fino a notte fonda.
Dal 26 al 30 aprile, le Officine saranno anche il palco principale dei doppi concerti serali del Torino Jazz Festival, l’appuntamento che omaggia il jazz in tutte le sue possibilità espressive e che anche quest’anno ospiterà artisti devoti alla ricerca, eccellenze del territorio e grandi nomi internazionali.
Chiude il cartellone musicale l’evento forse più atteso, anche su scala nazionale, tra i concerti ospitati in questa stagione dall OGR: lo show speciale – in data unica italiana – dei New Order creato in collaborazione con il visual artist Liam Gillick. Per New Order + Liam Gillick: So it goes.. il gruppo ha decostruito, ripensato e ricostruito un gran numero di materiale proveniente da tutta la loro carriera: familiare e oscuro, vecchio e nuovo, in cui saranno accompagnati da un ensemble di 12 sintetizzatori. Ispirato dalla reinvenzione del catalogo della band, Gillick trasformerà le OGR in un ambiente immersivo, creando un palco in grado di reagire dinamicamente alla musica.
Brad Mehldau
Blonde Redhead
John Cale
Yann Tiersen
Arto Lindsay
Cosmo
Michael Nyman
New Order & Liam Gillick
Torino Jazz Festival
Non solo musica live ma anche diversi dj set e altri progetti sonori ibridi invaderanno gli spazi e il palco della Sala Fucine di OGR. Su ispirazione del Warm Up del MoMA PS1 di New York – uno dei più longevi e interessanti programmi musicali sviluppati all’interno di un museo, dove si sono esibiti affermati dj (tra cui anche il nostro Daniele Baldelli) e giovani promesse del futuro – OGR Soundsystem vuole essere una rassegna che, a partire da febbraio, per una volta al mese, offre diverse sperimentazioni audiovisive, collaborazioni uniche e nuove produzioni a firma di artisti emergenti e protagonisti della scena elettronica e avant-pop locale, nazionale e internazionale.
E a proposito di avant-pop, dopo la forte sinergia dello scorso anno si consolida ancora di più il rapporto tra OGR e Club To Club: il festival che scandaglia tutti i generi musicali ricercando i nomi che uniscono avanguardia musicale e tocco pop. Alle OGR però durante i giorni di uno dei festival musicali più importanti d’Europa potremo vedere alcuni nomi del panorama musicale con progetti che vertono sulla forte contaminazione tra arti visive e quelle performative, com’è stato lo scorso anno con la collaborazione tra Powell e il fotografo Wolfgang Tillmans, il progetto Harmony of Difference del jazzista Kamasi Washington, già protagonista al Whitney Museum di New York, e gli 8 live concerts consecutivi dei Kraftwerk in 3D.
Oltre all’arte e alla musica OGR vuole ampliare il proprio raggio d’azione alla ricerca di nuovi significati della parola innovazione, declinata in ambiti e discipline sempre nuovi, grazie alla collaborazione di partner nazionali e internazionali.
Si inizia il 3 marzo al Binario 3, con un progetto che durerà ben tre anni e muterà nel tempo, curato dagli sviluppatori giapponesi TeamLab, che da sedici anni si dedicano alla ricerca che integra arte e tecnologia. Attraverso ambienti immersivi e proiezioni interattive e sensibili al movimento e al tocco, TeamLab trasforma i visitatori in creatori di scenari e storie soggette a continui cambiamenti. Al Binario 3 delle Officine prenderà vita Future Park: un insieme di installazioni e postazioni che avvicinano i bambini all’interazione creativa con l’opera e fa capire meglio anche agli adulti l’approccio richiesto dagli artisti alla lettura dei loro lavori.
Al Binario 2, da primavera 2018, si insedierà l’installazione video di Davide Ferrario chiamata Reverse angle. Un progetto che restituisce una una visione del territorio inedita, collegando la città di Torino e i suoi dintorni a più ampie dinamiche socio economiche e culturali perché fatto con i racconti video di alcuni richiedenti asilo residenti a Pecetto Torinese, a cui sono stati forniti degli smartphone, e a cui è stato chiesto di raccontare la propria vita in Italia. Il progetto rappresenta una delle tante iniziative pensate da OGR con l’intento di porre l’accento sul tema dell’inclusività.
Sul fronte invece del mix tra teatro, danza e arti visive a settembre sarà la volta di Inside di Dimitris Papaioannou, ovvero una semplice serie di movimenti quotidiani ripetuti da trenta diversi attori, per sei ore consecutive che andranno a comporre un video. Papaioannou, per chi non lo sapesse, ha curato la cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici di Atene nel 2004 e a maggio 2018 sarà il primo coreografo chiamato a realizzare un nuovo pezzo per la Compagnia Tanztheater Wuppertal di Pina Bausch.
Alla scrittura teatrale contemporanea è dedicato il progetto Playstorm, che prenderà vita nel Duomo delle OGR da aprile a settembre. Un’officina teatrale aperta anche al pubblico – dalla prima scrittura alla messa in scena – focalizzata sul processo e sulla ricerca, più che sul prodotto, e condotta da Fausto Paravidino, drammaturgo residente del Teatro Stabile di Torino, attore e regista pluripremiato, che ha visto i suoi testi rappresentati alla Comédie-Française di Parigi, al Royal Court Theatre e al National Theatre di Londra, al Dramaten di Stoccolma e nei maggiori teatri italiani e tedeschi.
Aprirà il 16 febbraio The NewsRoom, uno spazio fisico in cui i lettori potranno esplorare il mondo del giornalismo ma allo stesso tempo è una mostra, uno show digitale, un’installazione di arte contemporanea. I servizi giornalistici proposti verranno letteralmente “messi in scena” nello spazio e saranno realizzati con accuratezza grazie al marchio di fabbrica de La Stampa e proposti con la capacità poetica e di generare sorpresa che è la cifra distintiva di Studio Azzurro.
Infine OGR YOU che si sviluppa intorno a due i filoni di attività: un ciclo di dieci incontri, lecture e performance con artisti contemporanei italiani e internazionali, e una serie di seminari a porte chiuse rivolti a un gruppo di 15 ragazzi e ragazze di età compresa tra i 18 e i 20 anni. Da febbraio a dicembre i partecipanti saranno selezionati tramite un bando pubblico rivolto a giovani amanti della scrittura, creativi, blogger, youtuber, videomaker, instagrammer, appassionati di musica, nuove tecnologie, arti visive e performative, che vogliano raccontarsi e raccontare la vita all’interno delle OGR.