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Isole d’ascolto: la Capsula a Linecheck 2024

Qualche parola con Germano Centorbi, fondatore di Kadmonia e curatore del programma di residenze che si terrà nello spazio Capsula della decima edizione del festival.

Scritto da Pietro Leonardi il 11 novembre 2024
Aggiornato il 14 novembre 2024

A partire dall’inedita popolarità del genere ambient (tendenza inaugurata nell’anno funesto 2020), passando per la pubblicazione degli scritti di Pauline Oliveros in Italia, per finire nella grande quantità di nuove aperture di locali con impianti high-end, stiamo vivendo un picco di interesse verso modalità di ascolto intime e/o immersive. Ed è interessante notare come tutto questo si traduca in esperienze non convenzionali, all’interno di realtà già strutturate.

Linecheck, il festival organizzato da Music Innovation Hub che rappresenta il cuore pulsante della Milano Music Week, è pronto a tornare a BASE Milano per l’edizione 2024. Segnando il decennale di una rassegna che negli anni ha saputo prendere diverse forme, il festival si è adattato ai vari scenari ed evoluzioni della musica elettronica da ballo e non, cercando di incorporare istanze diverse di volta in volta, e includendo alcune delle voci più interessanti della creatività italiana ed internazionale.

ph: Riccardo Raspa

Quest’anno, per il secondo consecutivo, affianco agli showcase di giovedì 21 e venerdì 22 e alla line-up classica del festival è presente il programma di residenze curato da Kadmonia, costruite attorno allo spazio della Capsula – una sala prove ai piani superiori di BASE dotata di una tecnologia di suono immersivo – che abbraccerà le sonorità più sperimentali del festival e porrà ai partecipanti la possibilità di fruire di modalità di ascolto più intime rispetto alla programmazione classica.

«Visto che l’anno scorso aveva funzionato molto bene il lavoro sulle residenze abbiamo deciso di allargarlo, e di lavorare insieme a degli artisti per cercare di interpretare la Capsula attraverso act che possano offrire un punto di vista originale, o che possano valorizzare al massimo le possibilità di questo specifico spazio» ci racconta Germano.

Gli act che compongono le residenze verranno presentati nella serata di mercoledì 20 novembre, pensata per dare al pubblico una visione di insieme di quello che è stato il dialogo instauratosi. Comprenderà quattro realtà operanti al confine con altre discipline della scena elettronica attuale – Sottencoppa, il ‘carnevale sonico napoletano’ promosso e finanziato dal Comune di Napoli, il festival e label belga Meakusma, le etichette Union Editions e Hundebiss – a cui saranno associati quattro live act pensati appositamente per l’occasione – rispettivamente Giulio Nocera e Renato Grieco, Grace & Raffaella, Fabrizio Vatieri e Federico Antonini, Ciro Vitiello e Talpah.

«L’intenzione era di quella di far incontrare degli artisti che magari non avevano mai lavorato insieme, far ritrovare persone che da tanto tempo non collaboravano, oppure consolidare dei rapporti preesistenti. L’elemento in comune è che sono tutte personalità che vengono da ambienti diversi, e che lavorano non solo strettamente sul suono. Così come c’era la volontà di far presentare ognuna di queste performances ad un’etichetta, per sottolineare il lavoro di coerenza e di identità che ognuno di questi contenitori porta avanti».

Queste combinazioni presenteranno un lavoro site-specific, basato sulla relazione costruitasi con lo spazio fisico della Capsula.

«Tutte le persone coinvolte stanno dialogando tra di loro e con il tecnico del suono, costruendo le performances in funzione dello spazio. stanno lavorando insieme e pensando a qualcosa ad hoc per quella situazione, magari si conoscono digitalmente e si beccano molto velocemente ma raramente hanno la possibilità di confrontarsi con quello che fanno tra di loro. creare questa connessione fra questi individui  era anche un’occasione per farli incontrare, approfondire e anche attenzionare il lavoro gli uni degli altri».

La serata di mercoledì sarà composta da una line-up varia e corale. Grace & Raffaella presenteranno il loro album di debutto, in uscita su Meakusma; un’esplorazione sulle possibilità di manipolazione della voce convergente in un orizzonte sonoro comprensivo di parole, accordi e rumore bianco. Fabrizio Vatieri e Federico Antonini, sotto il cappello di Union Editions, hanno concepito un lavoro di re-interpretazione dello storico brano It’s A Fine Day di Edward Barton, un saggio sonoro sull’evoluzione di un testo da canzone folk a inno rave. E se non mancano le esplorazioni più prettamente sonore, come quelle di Ciro Vitiello e Talpahh legate ad una sfera ambient e noise, saranno presenti anche act più performativi come quello di Giulio Nocera e Renato Grieco.

Capsula, con la sua tecnologia peculiare, è un luogo privilegiato per una direzione artistica articolata con act inediti e pensati per l’occasione, e allo stesso tempo per fruire di una modalità d’ascolto intima e singolare.  

«Nasce da un’esigenza di racconto di uno spazio con delle determinate caratteristiche, legate alla valorizzazione del suono nei suoi dettagli. Questa attenzione all’ascolto è una caratteristica dello spirito del tempo. Il successo del Centro Culturale San Fedele, ad esempio, o l’esplosione della diffusione di impianti high-end, è la conseguenza di una necessità da parte delle persone di poter far esperienza di un ascolto profondo, anche solo nel pensarlo come tale».

Un incubatore delle istanze dettate dal momento presente, ma anche un’occasione per guardare al futuro esplorando possibilità originali di fruizione del suono e di contaminazione tra le arti.