Quando diciamo che l’Italia non ha nulla da invidiare e niente e nessuno è vero. Anche sul jazz ci difendiamo molto bene e Gaetano Senese è uno dei nostri fiori all’occhiello. Figlio della guerra nato dall’amore tra un soldato statunitense afroamericano, James Smith, e dalla giovane ragazza napoletana Anna Senese. Cresce solo la madre ascoltando i vinili di cantanti americani che i soldati, ormai tornati in America, avevano lasciato a Napoli e appena può imbraccia un sax, inizia a suonare e diventa James Senese.
Vent’anni dopo, siamo nel 1975, James da vita al suo progetto più longevo che troviamo giovedì 30 novembre a Jazz Re Found: James Senese Napoli Centrale. Nel 1978 “Dopo la pubblicazione del primo disco ‘Terra mia’ – scrive il giornalista Giorgio Dell’Arti – Pino Daniele si presentò a casa di Senese e gli chiese di entrare nei Napoli Centrale. La sua risposta fu: “Prendi questo basso e vediamo”. Dopo un anno Daniele tornò alla carriera solista, con un suono rivoluzionato. Era il suono di “Je so’ pazzo”, di “Yes I know my way” di “Quanno chiove”. Il suono del Pino Daniele degli anni d’oro era quello di Napoli Centrale. C’è chi dice che James Senese ha iniziato quasi tutto e quasi tutto gli hanno rubato. Così il sassofonista riassume la sua vita personale e artistica: «Io sono nato nero e sono nato a Miano, suono il sax tenore e soprano, lo suono a metà strada tra Napoli e il Bronx, studio John Coltrane dalla mattina alla sera, sono innamorato di Miles Davis, dei Weather Report e in più io ho sempre creato istintivamente, cercando di trovare un mio personale linguaggio, non copiando mai da nessuno… il mio sax porta le cicatrici della gioia e del dolore della vita.»
Grazie a Jazz Re Found abbiamo pensato di farci suggerire da James Senese i pezzi Jazz più significativi. Non siamo riusciti a farci dare una spiegazione per ogni scelta la la giustificazione che trovate qui di seguito mi sembra più che esauriente. Buon ascolto e ci vediamo a Torino!
Il Maestro Senese non segue la scena jazz italiana e pertanto ha fornito questi 4 nomi che per lui rappresentano la nascita del Jazz e che lo rappresenteranno fino alla fine dei tempi.
Essendo un uomo di poche parole non siamo riusciti a farci descrivere quello che di ogni singolo brano l’ha colpito nello specifico, fornendoci come unica spiegazione che i brani elencati toccano l’apice delle perfezione:
Miles Davis – Kind of Blue tutto l’album ma soprattutto “So What”
John Coltrane – My favorite things
John Coltrane – Naima