Uno spazio che è più un culto, un teatro celebrativo dedicato a uno dei cocktail più iconici del mondo: il Martini. L’idea nasce ovviamente dalla passione, quella di Domenico Carella, bartender elegante e dalla miscelazione minimale, e il suo socio Lorenzo Ferraboschi, entrambi appassionati di questo celebre drink. Ca-Ri-Co, per chi non lo conosce bene, è un locale che si sta facendo spazio nel panorama internazionale grazie alla sua drink list, che presenta già dei cult come l’Amleto o il Capsicum Funky o il Gibson, e la cucina sperimentale e spiccatamente vegetale (ma non solo) di Leonardo D’Ingeo. Giovane chef dietro la proposta gastronomica di Ca-Ri-Co, in perfetto equilibrio e dialogo con la carta di Domenico. Un percorso che va di pari passo e trova la sua esaltazione proprio nella Martini Room, una stanza dove si compra del tempo, ci spiega Domenico Carella quando siamo andati a trovarlo.
Una stanza di spirito e tempo, dove quello che il cliente va a gustare – oltre i Martini – è una sospensione dal mondo circostante.
Infatti il concetto alla base è quello di fruire di una porzione di tempo nella quale ci si possa estraniare per vivere una cena multisensoriale. Si possono acquistare tre formule: 30, 60 o 90 minuti, ovviamente estensibili se vi è disponibilità. All’interno del tempo, i Martini sono illimitati e serviti in coppe da mezzo drink in modo da avere la possibilità di assaggiarne più tipologie, mentre, oltre a un piccolo aperitivo di benvenuto, i piatti vengono serviti ogni 15 minuti senza avere la possibilità di conoscere prima il menu o quello che si andrà a bere. Domenico ci spiga che da Ca-Ri-Co si vuole abbattera l’aspettativa che la gente si fa di un locale osservandolo prima dai social, per questo l’esperienza sarà completamente alla cieca, spostando l’attenzione solo sul momento attuale. Questa messa laica è scandita esclusivamente dall’esecuzione di un Martini alla volta e dal ritmo dei piatti di Leonardo: proviamo una successione di drink che stupiscono per eleganza, raffinatezza e schiettezza dei gusti al palato. Nel frattempo parliamo con Domenico, il tempo ci sembra veramente dilatato, il Martini non sembra più quel cocktail inarrivabile e inacessibile, grazie al lavoro dei ragazzi di Ca-Ri-Co che svecchiano questo immaginario legato al cocktail.
Una stanza nascosta dalla sala principale, minimale ed urban, dove al centro vive di vita propria il tavolo a mezza luna con 7 sedute che fa contro altare alla postazione del bartender, centro apicale della Martini Room. Tutto è studiato per permettere il dialogo tra gli ospiti e per centrare con lo sguardo il lavoro di chi prepara questo percorso sensoriale: le uniche luci, infatti, sono degli occhi di bue sulle mani del bartender e sul drink & food dell’ospite. Da Ca-Ri-Co una nuova visione di mixology, calata nel contemporaneo e affiancata da una proposta food vincente.