Tutti gli abitanti dell’Isola lo sanno, quando fa caldo la sola idea di affrontare il guado del cavalcavia Bussa fa sudare il cervello. Salire le scalette tra i vapori olezzanti di piscio e spazzatura dell’asfalto con la prospettiva di esere investiti dalle vampate emanate dalle carrozzerie delle auto nel parcheggio è una condanna.
Il Comune ha quindi ben pensato di fare un bando per trasformare questo pezzo di desolazione urbana in uno spazio temporaneo per eventi: sport, skate, cinema all’aperto, bar, qualche concerto o spettacolo, e tutto il repertorio per grandi e bambini a cui questa città ci ha abituati fino alla nausea. Solo che, con un po’ di arredo, colore, e si spera qualche pianta su un terzo della spianata, sarà possibile per i milanesi benpensanti aprire gli occhi e rendersi conto di quello che all’estero si sa da milioni di anni, cioè che i cavalcavia sono un punto di osservazione privilegiato, per dirla nel lessico del marketing urbano “una location da urlo”.
E infatti la società che si è aggiudicata l’appalto si chiama Urban Value, e di mestiere fa proprio questo: rigenerazione urbana, intesa nel senso di valorizzazione immobiliare. Tra i suoi colpacci, per coloro che godono per questo genere di affari, può annoverare il piazzamento del palazzo dell’EUR a Fendi. Urban Value è romana, e questo cavalcavia, insieme a quelli più periferici del Corvetto e di Monteceneri, che godranno solo di qualche evento spot, è il suo cavallo di troia per infilarsi nel mercato milanese.
Romano è anche lo studio di architettura TSPOON (Nina Artioli, Alessandra Glorialanza, Eliana Saracino), che lo affiancherà nel progetto di allestimento, e a buon diritto: nel lontano 2014 aveva infatti vinto il concorso per la trasformazione permanente, e non temporanea, del cavalcavia. Il suo progetto aveva vinto contro altri che erano molto più affini alla contemporanea moda post-Bosco Verticale: per niente fronzuto, era focalizzato sul potenziamento della funzione scopica. Non a caso si chiamava GUARDA-MI, ribaltando il narcisismo da selfie in un invito a guardare Milano, i suoi treni, il palazzo di Terragni a destra, la torre colorata a sinistra, le sue nuove e vecchie torri un po’ bruttine ma per questo tenere, gli alberghi anni 80 che si rifanno il look, il fermento del real estate, e in fondo in fondo le magnifiche sorti e progressive dello Scalo Farini, che allora era appena un miraggio lontano, ma ora si avvicina.
Il cavalcavia Bussa, insieme a quelli più periferici del Corvetto e di Monteceneri, è il cavallo di troia di Urban Value per infilarsi nel mercato immobiliare milanese
Questo è il segno che la giunta vuole decidere sul destino di queste tre infrastrutture: come spesso succede con gli usi temporanei, dopo la festa leggera arriva l’azione pesante. A Isola con ogni probabilità partirà la rigenerazione (con rituale, inesorabile evocazione della povera High-Line newyorkese), a Monteceneri qualcosa di simile, e piazza Corvetto pare che invece tornerà a rivedere le stelle, con l’abbattimento della sopraelevata.
Stiamo a vedere.
Contenuto pubblicato su ZeroMilano - 2019-07-01