La scorsa edizione finì in lacrime, con quel commovente passaggio di testimone nel Lavatoio tra Silvia Bottiroli ed Eva Neklyaeva. Perché è davvero difficile non affezionarsi a Santarcangelo, al paese, al suo festival e ai suoi volti. Se n’è subito accorta la nuova direttrice artistica, catapultata dall’austera Helsinki in questo piccolo borgo verace della Romagna che da 47 anni ridisegna il concetto di “teatro”, sparito sì dal titolo (un tempo “festival internazionale del teatro in piazza”), ma ancora presente nell’occhiello. Qualcuno in paese ancora se ne lamenta, spaventato dalle parole che l’hanno sostituito – contemporaneo, performance, arti visive, musica e dj set -, ma la piazza è sempre lì, punto di partenza di un progetto che negli ultimi anni in particolare si è concentrato sugli spazi, spostando l’attenzione dal risultato finale al processo e alle sue conseguenze, non solo artistiche, ma anche e soprattutto sociali.
“Come abitare uno spazio? Come condividerlo? Che tipo di ospiti vogliamo essere?“, si chiede la nuova direttrice artistica, coadiuvata dalla co-curatrice Lisa Gilardino. È nata così l’idea di habitat, spazi abitati da creazioni site-specific, aperti e fruibili per l’intera durata del festival. A partire da un nuovo museo temporaneo nel centro della città: il Museum of Nonhumanity. Sarà inaugurato il 23 giugno all’interno del Supercinema per riflettere sui risultati della distinzione tra umano e non umano, immaginando conclusa la storia della discriminazione. Il progetto che prevede un’esposizione, un calendario di incontri e un vegan cafè è curato da Terike Haapoja, artista visiva di origine finlandese di stanza a New York e già rappresentante del Nordic Pavillon alla Biennale d’Arte di Venezia, e dalla scrittrice Laura Gustafsson.
Altro spazio riconfigurato sarà lo Spazio Saigi, trasformato dagli australiani Pony Express in un Club Ecosex, un ambiente nel quale sarà possibile esprimere in tutta tranquillità i propri desideri ecologici, un’esperienza erotica verde tra fiori, piante, terra e materia viva (vedi foto in alto). Curiosa la presenza nella piscina comunale (e talvolta nelle fontane del paese) di un sirenetto, l’americano Merman Blix, che con la sua coda di splendidi colori cangianti condurrà un workshop su come liberare la sirena che è in noi. Poi la mostra in un appartamento disabitato di Eva Geatti, l’Open-Love Point del centro sociale MACAO, la tenda di decompressione del collettivo finlandese W A U H A U S e un vero e proprio Bed&Breakfast curato dalle anziane metallare di Azdora.
Ogni habitat un suo programma e una sorta di direzione artistica condivisa, rafforzata per il prossimo triennio dalla collaborazione con tre artisti “associati”: Francesca Grilli, Motus e Markus Öhrn. Legati a Santarcangelo da percorsi diversi, si affiancheranno al festival con un reciproco confronto e con un progetto proprio. Allo svedese Markus Öhrn, maestro concertatore gli anni scorsi di Azdora, è affidata l’inaugurazione di venerdì 7 luglio allo Sferisterio con un’opera per coro e due lanciatori di “cocktail molotov” dal titolo Terra Bruciata. Francesca Grilli torna a Santarcangelo dopo 10 anni con The Forgetting Air, un progetto che coinvolge la comunità di rifugiati locali. I Motus rimettono invece in scena in una palestra il recente Raffiche in una versione espansa di tre ore (ÜBER•RAFFICHE).
Altra linea rossa che attraversa il festival è il corpo, ancora una volta al centro dei cambiamenti in atto con i suoi diritti contesi tra le forze politiche.
Ecco, allora, la riflessione sugli stereotipi legati all’identità black di Dana Michel, Leone D’Argento per la danza all’ultima Biennale di Venezia, che porta a Santarcangelo l’acclamato Yellow Towel; la techno generata da una sedia a rotelle in Ravemachine dell’austriaca Doris Uhlich; l’incredibile fisicità boteriana della performer Claudia Marsicano nell’irriverente R.OSA di Silvia Gribaudi; i temi legati alla sessualità nel lavoro dell’emergente performer finno-egiziana Samira Elagoz Cock, cock… Who’s there? .
E, ovviamente, tanta danza e performance: Simona Bertozzi con And it burns, burns, burns, Strasse in uno dei campi da basket della città con House Music Santarcangelo, Orthographe e Mara Oscar Cassiani a Villa Torlonia, Cristina Kristal Rizzo e Sir Alice con la prova aperta di (Untitled) Humpty Dumpty o l’emergente Fabrizio Saiu per la chiusura del 16 luglio con una parata per le vie del centro guidata da tiratori di frisbee, musicisti e smartphone.
Infine, il programma musicale curato da Stefania ?Alos Pedretti e Francesca Morello – tra gli altri: Scott Matthew (14 luglio), i russi Phurpa (9, 11 e 12 luglio), Baby Dee (7 luglio) e la rapper svedese Gnučči (8 luglio) – e il dopofestival nel tendone da circo con dj-sets e feste fino a tarda notte tutte le sere.
Curiosità: il festival quest’anno collabora con La Notte Rosa, ulteriore segnale di apertura pop.
“Santarcangelo Festival è energia contagiosa”, dice Eva Neklyaeva con gli occhi che brillano. E noi, ancora una volta, non vediamo l’ora.