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Torino Fringe Festival

Il festival di teatro diffuso dalle radici profonde

Scritto da Annika Pettini il 3 settembre 2021
Aggiornato il 7 settembre 2021

Ci sono progetti che sfrigolano, che si allargano e si diramano, vengono abbracciati da luoghi e realtà diverse per i valori che portano. Il Fringe ha tante di queste caratteristiche, è sceso dal nord Europa come un pioggia leggera, che però è arrivata in profondità. E proprio in questi giorni, dal 2 al 12 settembre, risale a galla e invade Torino.
Parlo di invasione perché questa è la natura stessa del Fringe, esserci: teatro, musica, performance, tutte le manifestazioni più frizzanti dell’arte e della cultura si dischiudono sul territorio e si lasciano accogliere dalle realtà più varie. Dal giardino dell’Hiroshima Mon Amour a quello dell’Estate in Circolo dell’Arteficio, dal nuovo Spazio Kairòs di via Mottalciata alla Scuola Holden, dal Q77 al Planetario Infini.To all’ Arena Casa di Teatro Ragazzi, in tanti si sono lasciati coinvolgere dalla programmazione che offre il Fringe Festival di Torino, quest’anno, nonostante tutto, alla sua fiera nona edizione.

E ancora una volta ci troviamo a raccontare di questo moto che sta pervadendo il teatro e la performance portandoli fuori dai teatri, dai palchi e dalle mura, per lasciarli correre liberi tra le strade e il loro pubblico, immondo spontaneo e genuino. La volontà di raccontare storie nuove ascoltando chi vive ogni giorno questo presente (e dico “ancora una volta” perchè ne abbiamo parlato anche in occasione della versione milanese del Festival, il NoLo Fringe, che quest’anno cade nello stesso periodo, dal 4 al 12 settembre, con la stessa filosofia e un format adattato all’identità della città).

Come vuole l’anima di ogni Fringe del mondo (circa 240), è una manifestazione senza tema ma con una forte identità: quest’anno si parla di accoglienza, della voglia di conoscersi, unirsi e mescolarsi, come ci raccontano in Tea Ceremony al MAO, Museo di Arte Orientale e alla Scuola Holden, ma anche la prosa di Miracolo all’Arena Casa del Teatro Ragazzi e Giovani, con tocchi di ironia dissacrante. E si prova a mettersi nei panni dell’altro, a stare dentro l’altro e lontano da noi, in Out is me, sempre all’Arena.
Forte risuona anche la voce delle donne, che rimbalza tra suono e movimento, dalla performance Rusina all’Arteficio a Flirt, allo spazio Kairos, dove a parlare saranno gli oggetti, con il loro sguardo insolito e inaspettato.
Ma visto che per noi divertirsi è sempre giusto, consigliamo anche il Concerto Jouet nel giardino del Municipio di Poirino, subito fuori Torino.

Le storie non finiscono qui e tra le strada della città risuonano i racconti belli e spontanei di chi la città la fa, con il suo lavoro e le sue scelte. Un’indagine del tessuto urbano e sociale della città per mezzo di video interviste, grazie al progetto Timeless.
Insomma, di stare soli e in casa non se ne vuol sapere, quindi sciogliete le trecce ai cavalli e buon Fringe!

Scopri tutto il programma sul sito del Festival.