Iran, 2 febbraio 1971. Quella di 50 anni fa, per il nostro pianeta e per tutti gli esseri viventi che lo popolano, fu una data storica. In quella sede infatti, nella città di Ramsar, fu firmato il primo accordo globale tra 168 Paesi finalizzato alla tutela delle zone umide. L’omonima convenzione, la Convenzione di Ramsar, nasce per proteggere gli ecosistemi fondamentali per la biodiversità. Le zone umide sono ambienti naturali caratterizzati dalla presenza di acqua: paludi e acquitrini, laghi e fiumi, delta a lagune, torbiere e bacini anche artificiali. Questi luoghi non solo rappresentano l’habitat fondamentale per tantissime specie di pesci, anfibi e uccelli acquatici, molti dei quali si fermano in questi spazi nel corso delle loro attività migratorie; le zone umide hanno una funzione fondamentale perché ci riforniscono di acqua potabile, catturano sostanze tossiche, ci difendono da alluvioni e inondazioni e contrastano il cambiamento climatico, catturando ingenti quantità di carbonio.
Vivere al centro di una delle lagune più famose del mondo è un’occasione preziosa per ricordarcelo. Nella parte sud della laguna di Venezia, lungo la statale Romea, sorge l’oasi wwf di valle Averto. L’Italia ha recepito la Convenzione di Ramsar nel 1976 e con un decreto successivo, nel 1987. Il biotopo di valle Averto è stato designato come zona umida di importanza internazionale già nel 1989, per poi essere incluso dalla Regione Veneto, nel 1998, tra le “Zone di protezione speciale”. Per ripercorrere la storia completa di questa antica valle da pesca c’è wiki. L’area veneziana è una tra le 53 zone umide riconosciute nel nostro paese. Rileggere la sua storia rivela un lungo e accidentato percorso di protezione, che si aggiunge al campanello d’allarme suonato oggi dal Wwf: «Nell’ultimo secolo il 64% delle zone umide del nostro paese è stato distrutto, il 41% dei fiumi italiani presentano uno stato di conservazione inadeguato e l’80% dei nostri laghi non presenta un buono stato ecologico come previsto dalle norme Europee: segno che c’è ancora tantissima strada da fare per difendere il nostro capitale naturale».
Oggi insomma festeggiamo i 50 anni della Convenzione di Ramsar, che protegge più di 2000 zone umide in tutto il mondo, per una superficie di oltre 2 milioni e mezzo di chilometri quadrati, un’area grande quanto il Messico. Ma non dimentichiamo il rischio costante a cui le attività umane sottopongono molti contesti naturali di grande valore. Rimanendo in laguna, a sud, non possiamo non pensare alla scomparsa della barene causata dall’escavazione del canale dei petroli e non possiamo non ricordare il progetto che sta interessando gli Alberoni, al Lido: un nuovo residence da 120 camere con spiaggia privata. Le dune degli Alberoni rappresentano un altro dei biotopi tutelati nell’area della laguna di Venezia, come zona di protezione speciale e della rete Natura 2000: qui nidificano uccelli come il fratino e proliferano varie specie vegetali. Tra comitati ambientalisti, in prima fila il Caal, Comitato Ambientalista Altro Lido, e investitori privati è in corso una battaglia al Tar. Sono stati presentati esposti e denunce. Difendere ecosistemi e biotopi, sembra ancora oggi una strada tutta in salita. E quindi auguri, per davvero.