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Un impossibile bigino di SPRINT

Non provate nemmeno ad avvicinarvi al Salone degli editori indipendenti e dei libri d’artista se non avete letto questa guida

Scritto da Marta Collini il 6 novembre 2019
Aggiornato il 25 novembre 2019

Con la fine di novembre ritorna in città una nuova edizione di SPRINT, il salone degli editori indipendenti e dei libri d’artista, ma anche un po’ delle presentazioni, delle performance, delle micro-esposizioni e ovviamente della seratona di autofinanziamento A che punto siamo della notte? Quella che era cominciata come una piccola fiera è stata promossa a salone e forse sta già pensando a cosa vorrebbe fare dopo. Visto il proliferare di iniziative locali dedicate alla micro-editoria, si potrebbe pensare che SPRINT abbia un po’ fatto scuola, ma tutte queste metafore educative mi servono solo a introdurre il tema della didattica che caratterizza alcuni aspetti di questa edizione. Come quei parenti nella fase dello sviluppo, ogni anno che lo rivedi, SPRINT è cresciuto in tutte le direzioni. Dopo aver messo una tacca sullo spazio Maiocchi, quest’anno arriva fino al Time Club in zona metro Lodi (e senza nemmeno stare sulle punte per sembrare più alto). Ecco quello che combina quest’anno, senza pretese di completezza.

Riassunto delle ultime sei lezioni
SPRINT nasce a spazio O’ un po’ come spin-off del 12° appuntamento del Full Moon Saloon organizzato da Dafne Boggeri, simbolicamente intitolato Edizioni Straordinarie, nel 2012. Un anno dopo è già una fiera alle prime armi, ma con partecipazioni italiane e internazionali. Cresciuto dentro e fuori dalle mura di O’ con mostre, performance e workshop nel quartiere Isola, la notte trasbordava al KO club per fare festa e autofinanziarsi. Dall’anno scorso è apparso anche allo spazio Maiocchi in zona Porta Venezia, un esperimento talmente riuscito che quest’anno è stato replicato e ponderato per ospitare un’iniziativa sempre più complessa. Tanto che la festa di finanziamento stavolta è ospitata dal Time Club, con una line up arricchita dagli ospiti internazionali del collettivo Fara Fara (formato a Londra da LAFAWNDAH e CÕVCO), elAMOUR e Da Rocha (ensamble artistica di danzatori e dj spagnoli) oltre a Tomboys Don’t Cry che gioca in casa e a Sonia Brunelli di Barokthegreat che torna a farci visiva.

Il programma di quest’anno
Il salone non ha un tema vero e proprio perché durante i soli tre giorni di apertura al pubblico se ne incrociano svariati, dalla pornografia di Ossì (Roma), alla realizzazione lampo di pubblicazioni d’artista di Colorama (Berlino) passando per una ricerca sulla cultura della stampa in Myammar (KLD Repro di Kristian B. Johansson) tra il resto. Alla domanda su cosa caratterizzi la settima edizione mi è stato risposto che, oltre a una sempre crescente carica di energia, si può dire che in più partecipazioni è presente un’attitudine didattica. A cominciare dalla presentazione di David Reinfurt sul suo ultimo libro A *New* Program for Graphic Design, che sintetizza diversi approcci sperimentali alla trasmissione dei principi del design contemporaneo verso pubblici non specialistici. Oltre che insegnare a Princeton, Reinfurt è esposto in importanti musei americani. Altro filone legato alla trasmissione del sapere è quello portato avanti da Leonhard Laupichler a Berlino in merito alla tipografia, New Aesthetic è una ricerca sulla tipografia contemporanea e al contempo sul potere emotivo che il design tipografico ha sulle parole stesse, che si manifesterà con un’installazione site-specific per Artifact.

L’ormai collaudata collaborazione con lo spazio Maiocchi (centro trans-disciplinare, co-fondato da Slam Jam e Carhartt WIP), ha portato alla creazione di un’area pensata per la consultazione e la performance, sulla superficie di zinco si alterneranno brevi azioni performative di Ginevra Dolcemare, Stella Succi e Costanza Calderolo rispettivamente in relazione con le pubblicazioni di Fuzao Studio, NOBODYS e ALTALENA.

Si impara a Risografare
Un altro pezzo fondamentale di SPRINT, tanto da essersi ritagliato un fine settimana tutto per sé, è il workshop di risograph curato dalla designer svizzera Eilean Friis-Lund (EUROSTANDARD), coordinato da Elena Radice e realizzato con supporto dello studio di stampa ATTO. Altro colpo di scena, quest’anno il tema del laboratorio è stata una collaborazione con l’Archivio Primo Moroni, il punto di riferimento nella città per la storia della controcultura e dei movimenti sociali e politici degli anni Sessanta, Settanta e oltre. Il risultato è una rielaborazione dei contenuti dell’archivio in linea con il suo intento enciclopedico e divulgativo popolare, ovviamente sarà già presente al salone ancora fresca di stampa.

Ultimo ma non meno importante, questa edizione di SPRINT è dedicata a La Pecora Elettrica, libreria antifascista a Centocelle, Roma.