Analizzare la domanda per trovare nuovi bisogni da soddisfare. Applicando questa basilare regola del marketing, i capranicensi hanno scoperto l’esigenza dei consumatori: partecipare a una kernesse che non sia l’ennesima sagra della castagna, inscenandola in un periodo avaro di manifestazioni gastronomiche. Cosi, attraverso il fumo e il calore di un fuoco debole, hanno essiccato in tipiche casette, stile baracca del giardiniere Willy, una parte della sovrabbondante produzione di castagne, creando la mosciarella e appagando il desiderio della domanda. Ora, da qui ad una sagra del castagnaccio, più seria e sostanziosa, ce n’è di strada da fare, ma anche dalla Ford T all’Hummer di Xzibit il percorso non è stato breve. Quest’anno la formula è quella de percorso gastronomico: dalla zuppa con i ceci allo spezzatino con castagne, passando per pappardelle al cinghiale.