“Se infili una cannuccia là dove non batte il sole in una rana e soffi, lei si gonfia e vola via”. Non ricordo chi me lo disse, ma in fondo immaginare un cielo pieno di ranocchie svolazzanti come palloncini di elio era affascinate quanto vederle piovere. Come accadde in Grecia, nel 1981. Gli esperti, allora, parlarono di una tromba d’aria proveniente dal Nord Africa che, risucchiando le bestiole da una palude, le sospinse per tutto il Mediterraneo. A San Ponso ci vorrebbero le paludi di un continente intero e un paio di uragani per sfamare gli avventori della sagra: qui infatti si consumano circa una tonnellata di rane in una settimana, fritte, in pastella e annaffiate dal vino di almeno una quindicina di damigiane. Prima di partire, magari, controllate il meteo.