Nel 1995 nasceva la Milano Tattoo Convention, quando la parola tatuaggio era ancora legata all’esclamazione “il mio capo (o mamma) non lo deve sapere”. Ma dopo 23 anni le cose cambiano e la Convention da “quattro amici al bar che volevano cambiare il mondo (del tatuaggio)”, diventa evento tra i più importanti in Europa. Stili, culture e personaggi si incontrano alla Fiera Milano City dal 9 all’11 febbraio sotto un unico grande ronzio: quello delle macchinette degli oltre 250 artisti presenti da ogni parte del globo. Dimenticatevi il tribalino da spiaggia, qui vedrete Kobe Bryant schiacciare a canestro su una schiena, così come Marilyn e Tupac rivivere sui polpacci della gente. Ritratti così precisi che vi verrà voglia di tatuarvi il vostro primo pesce rosso da i maghi del realismo come il sudamericano Orbis Lopez o lo spagnolo Jumilla Olivares. Per chi invece se ne frega delle tecniche e dell’avanguardia e vede il tatuaggio solo attraverso le tavole tradizionali di Sailor Jerry e Herbert Hoffmann (non Albert il padre dell’LSD, ma i pioneri del tattoo tradizionale), non dovrà che fermarsi davanti allo stand di Stizzo. Meneghino doc con la passione per l’Alfa Romeo, grazie all’uso sapiente di rossi solidi, linee nette e chiaroscuri perfetti, fa gonfiare le vele di vascelli su mari in tempesta quasi fosse Friedrich e crea volti di donna di una carica emotiva pari a pochi. Una manifestazione che come primo obiettivo ha quello di dimostrare al mondo che il tatuaggio ormai è libero da qualsiasi tabù e lo fa grazie alle numerose presenze di famiglie, bambini, giovani e meno giovani da ogni parte d’Italia. Milano si prepara a far scorrere fiumi d’inchiostro, per poi tornare il lunedì in ufficio con una sorpresa in più.
Leggi qui l’intervista a Luigi Brusaferri, organizzatore della Convention.
Martina Di Iorio
Scritto da Martina Di Iorio