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gio 10.11 2016 – mar 20.12 2016

Michael Rotondi - "Post-ornamento"

Dove

Area B
Via Marco D'Oggiono 10, 20123 Milano

Quando

giovedì 10 novembre 2016 – martedì 20 dicembre 2016

Quanto

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Nel testo critico in catalogo il curatore Alberto Zanchetta cita Adolf Loos, l’architetto e urbanista che detestava l’ornamento. È il punto di partenza per intuire l’ironia che scorre nella mostra personale di Michael Rotondi presso il nuovo spazio – con belle vetrine su strada, come si faceva una volta – di AREA B, la galleria milanese che tanto lavora sulla pittura con artisti italiani.

In Post-ornamento Rotondi sviluppa la sua teoria del ritorno alla pittura, a parer mio un mezzo espressivo che non ci ha mai abbandonato, attraverso una tematica pura e cruda come quella della natura, che tutto ri-ordina e che tutto, infine, domina. O dovrebbe dominare. Così realizza una mostra densa, costituita da venti opere dirompenti per colore, disordine e varietà di tecniche. Pastelli su carta, acrilici, oli; opere grandi, opere piccole, valigie di ricordi e proiettori di vecchie diapositive posate a terra insieme ad altri elementi ripresi dallo studio dell’artista, forse senza bisogno, perché la pittura di Rotondi qui dentro può bastare. E’ rumorosa e caotica, è infantile e adulta, è colorata e in bianco e nero (belli i lavori realizzati a china infatti, come il grande tondo in tessuto in fondo alla sala, colorato al centro come una tavolozzona del classico pittore e, nel mezzo, una carta gialla con un paesaggio in b/n, appunto). Una duplice forza, quella di Rotondi: la scelta di soggetti apparentemente silenziosi, la natura e il paesaggio, ma ridondanti e fragorosi grazie al gesto, definito punk, che tanto ama l’artista livornese (ma di stanza a Milano) e che vede palme, foglie e foglione enormi, arbusti e cespugli, colori densi e altri buttati li, tagli e ritagli, e carte grezze – che Rotondi ha sempre utilizzato come media per la sua pratica lavorativa – a fare da sfondo. Perché l’ornamento, alla fine, non è così futile e ne abbiamo sempre un po’ bisogno.

Scritto da Rossella Farinotti