L’intuizione alla base del Krakatoa dello scorso anno fu quella di raggruppare in una intensissima due giorni il meglio del “rumorismo” all’italiana – o, quantomeno, i gruppi e i singoli che, negli ultimi anni, hanno avuto maggior riscontro in tale ambito. Effettivamente, nessuno ci aveva ancora pensato: l’esperimento riuscì alla perfezione. Quest’anno si replica a gran richiesta, con bucolica e vulcanica line up. La prima serata a tinte dark propone i Sigillum S (creatura industrial/noise di Eraldo Bernocchi) e gli Starfuckers, orgoglio cittadino. Due band storiche che non hanno decisamente bisogno di presentazioni o di tanti giri di parole. Il cartellone è qualitativamente ricco, vista anche la presenza del roster Maple Death, con Stromboli, His Electro Blue Voice e Havah, gli autori di Contravveleno, un concept album sullo stato d’animo delle persone durante la guerra, che si sviluppa partendo dalle esperienze vissute dal partigiano romagnolo Nullo Mazzesi. Un’opera davvero ammirevole. Anche il programma della domenica non prevede apparati uditivi risparmiati: dalle band della Supernaturalcat MoRkObOt e Lento (oggi sotto Denovali) ai redivivi One Dimensional Man, passando per Humans (Touch&Go sound from Mascarella street) a Il sogno del Marinaio, band composta da Stefano Pilia, Paolo Mongardi e un certo Mike Watt. Non manca la chicca internazionale… udite udite: i Melt-Banana, band-monumento del japanoise più caciarone e weird, prodotti in passato dal solito Steve Albini, duo che ha collaborato con personaggi del calibro di Merzbow, Locust, Fantomas, Senyawa, Napalm Death e John Zorn.
Con la speranza che il Krakatoa diventi il punto fermo di ogni autunno bolognese, presenziare per non morire.

BUONO LEGNANI