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Claudio Fagnani

Per Claudio Fagnani Elita ha colmato il vuoto che aveva lasciato il vecchio Link di Bologna e in questa intervista, oltre a spiegarci perché, ci racconta anche il suo percorso professionale

Scritto da Emanuele Zagor Treppiedi il 1 aprile 2016
Aggiornato il 12 aprile 2017

Foto di Sha Ribeiro

Claudio Fagnani è uno dei fondatori di Elita, si occupa di marketing e comunicazione e fa parte del Gommage Dj Team, che i clubber più navigati si ricorderanno per qualche serata tra Plastic e Magazzini Generali. Venerdì 8 aprile il team si riunirà al completo con Manfredi Romano aka Dj Tennis (co-fondatore di Elita) al Kindergarten per la preview bolognese di Elita Design Week Festival 11.
Claudio sta progettando di partire per l’Australia con la sua fidanzata e chissà magari organizzerà un Elita Design Week Festival a Sidney. Prima della sua partenza però l’abbiamo fermato per questa intervista
in cui ci ha raccontato come si è appassionato al clubbing, gli altri lavori che ha fatto e il suo progetto di un festival a Villa Lena in Toscana

Un Claudio Fagnani al Link nel 2004, soddisfatto e con Peaches e ballerine alle sue spalle
Un Claudio Fagnani al Link nel 2004, soddisfatto e con Peaches e ballerine alle sue spalle
Presentati: chi sei? Da dove vieni? Dove vivi? Perché sei qui?
Claudio Fagnani, classe 1979, vengo da Città Sant’Angelo, colline a nord di Pescara. Sono qui da un po’ di anni e sono approdato a Milano dopo l’università per un colloquio. Il colloquio è andato bene e mi sono trattenuto.

Da Bologna a Milano. Raccontaci cosa facevi a Bologna città dove l’8 suonerai con il tuo Gommage Dj Team. Cos’ha bologna che non ha Milano (oltre portici) e viceversa.
A Bologna, da Pescara, sono andato a “studiare”, a dire il vero a laurearmi al DAMS (indirizzo musica). Avendo alle spalle tanti anni di conservatorio studiando pianoforte ho fatto il corso di laurea senza troppi sforzi e quindi ho potuto dedicarmi, soprattutto, ad altro. A 18 anni, appena arrivato a Bologna mi sono offerto volontario al Link, quello originale che era dietro la stazione ferroviaria. Ho fatto per così dire, una carriera fulminante e dopo 2 anni avevo una mia serata, la mitica Notte Vidal. Tutto parte da li.

Andrea, Claudio Fagnani e Cinio Occhi i fondatori di Notte Vidal al Link di Bologna
Andrea, Claudio Fagnani e Cinio Occhi i fondatori di Notte Vidal al Link di Bologna
Una cosa che aveva Bologna è il Link, qualcosa di magico che non ho mai ritrovato in nessun altro posto del mondo. Né a Milano, ma neanche a Berlino. Al contrario di Bologna a Milano c’è il marketing, e quindi l’opportunità di fare le cose che si facevano al Link con mezzi importanti e amplificatori nazionali e internazionali. Poi va be’ a Bologna ci sono i colli, oltre ai portici. Questa data a Bologna è piena di significati.

Gommage Dj team nasce come trio nel 2006 (Manfredi aka Dj Tennis, io e Luc), oltre che grandi amici siamo stati coinquilini per anni nella mitica casa in via Montegani 6 a Milano. Luogo di perdizione e di decine e decine di after storici. Poi Manfredi è diventato Dj Tennis e ha cominciato a girare il mondo mentre io e Luc, che abbiamo altri percorsi professionali, continuiamo a portare avanti il Gommage Dj Team. Questa è una vera e propria reunion: non ci capita di suonare insieme da almeno 5 anni. Sarà un momento davvero speciale per noi.

Gommage Dj Team formazione originale Luc Ramon, Claudio Fagnani e Manfredi Romano @ Magazzini Generali 2007/2008
Gommage Dj Team formazione originale Luc Ramon, Claudio Fagnani e Manfredi Romano @ Magazzini Generali 2007/2008
Come mai e perché poi hai deciso di trasferirti a Milano?
Penso che ai miei tempi Bologna fosse la città ideale per vivere gli anni dell’università, Milano era la destinazione naturale per venire a piantare le basi professionali.

Cosa ti piace di questa città?
Di questa città mi piacciono le mille opportunità che mi ha dato, il sapore di una piccola metropoli e di un paesotto allo stesso tempo. Mi piace anche il giusto mix tra gente che va e viene e gente che ci costruisce un percorso a lungo termine.

Come nasce e cos’è per te Elita?
Elita ha spazzato via la mia nostalgia del Link di Bologna, è stata la più splendida evoluzione che potessi desiderare per il mio percorso. Nasce da un valore speciale come l’amicizia e la passione per la musica e si evolve in un percorso professionale serio e solido. Elita è oggi il legame più importante che ho con la città, la genesi dei rapporti umani e professionali più interessanti e un modello di fare impresa che tra mille difficoltà resiste e cresce. È uno dei pezzi più importanti della mia vita.

In contemporanea con Elita ti sei dedicato anche ad altro lavorando per la tv, nella pubblicità e non solo, raccontaci cos’hai fatto e cosa fai oggi?
Ho avuto la fortuna a 25 anni di fare il brand manager per l’allora AllMusic, canale televisivo musicale appena acquisito dal Gruppo Editoriale L’Espresso. Tre anni stupendi dove ho imparato molto e creato la prima rete di rapporti in città. Qui ho conosciuto Alioscia e Manfredi, due amici di cuore e miei soci in Elita. Dopo AllMusic son passato in Nintendo, dopo l’editoria volevo provare un’azienda pura. Ne sono fuggito dopo meno di 2 anni per dedicarmi a tempo pieno ad Elita. Qui ho vissuto un periodo professionale e umano speciale con un altro socio, Dino Lupelli, e penso che la nostra simbiosi e complementarità sia stato un boost potentissimo per la crescita di Elita. Poi sono atterrato in Via Massena, in Deejay, e adesso da qualche anno sono advertising manager per Radio Deejay, Radio Capital ed m2o. In tutti questi anni ho sempre trovato il modo di far convivere i miei lavori “istituzionali” con il mio ruolo in Elita. Sempre due biglietti da visita.

Alioscia Bisceglia, Claudio Fagnani, Lele Sacchi, Dino Lupelli = Elita all stars
Alioscia Bisceglia, Claudio Fagnani, Lele Sacchi, Dino Lupelli = Elita all stars
Invece per Elita di cosa ti occupi?
In Elita mi occupo principalmente di comunicazione e marketing. Tutto ciò che riguarda i rapporti con i brand e i media con cui lavoriamo.

Io in Elita ho visto tre fasi, la prima dove quasi ogni anno si cambiava headquarter, la seconda con il Parenti come sede fissa e questa di quest’anno dove si cambia di nuovo format. Da cosa dipendevano questi cambiamenti? E come mai quest’anno avete deciso di cambiare di nuovo formula?
Si cambia perché ci sono dei cicli… siamo partiti con piccoli headquarter, poi abbiamo avuto voglia e necessità di qualcosa di più rappresentativo e importante. Dino ha avuto il grande merito di individuare il Teatro Parenti e riuscire a stringere una partnership magica e duratura. Poi si arriva ad un punto critico dove non si riesce più a vedere i margini di miglioramento e di crescita. Abbiamo deciso di virare verso questa nuova formula di quest’anno per cercare di adattarci ad una settimana strana, sicuramente piena di stimoli, ma anche di difficile gestione. Abbiamo cambiato formula anche perchè Elita è nata che era solo il Festival durante il Salone ma negli anni abbiamo investito in tante altre cose, in tanti altri momenti dell’anno.

Ci dici i tuoi tre momenti salienti di questi 10 anni di festival?
Circa 10 anni fa alla Rotonda della Besana. Nathan Fake e un giovane Carlo Cracco…. li mi sono innamorato di Elita. L’ottava edizione del 2013, tutta quanta. Un Festival perfetto, secondo me il livello più alto che abbiamo mai raggiunto. Infine l’after al Cobianchi (che poi sarebbe diventata per noi una casa) dove ho avuto la fortuna di suonare con il mio socio con 300 persone bellissime alle 8 di mattina sotto piazza Duomo.

 
E quest’anno cosa non dobbiamo assolutamente perderci?
Secondo me, come sempre, apertura e chiusura sono momenti speciali a prescindere.

Come si inserisce Elita all’interno della panoramica di intrattenimento di Milano?
Penso che Elita sia una realtà con una forte radice “underground”, di ricerca e sperimentazione… ma con un approccio serio, professionale e democratico che la rendono spesso anche pop.

Come ti immagini milano tra 10 anni?
Non riesco ad immaginare Milano tra 10 anni, penso che probabilmente non sarò a Milano tra 10 anni, e quindi non mi pongo la domanda.

E come immagini Elita tra 10 anni?
Immagino e spero che Elita tra 10 anni sia cosmopolita, staccata dal cordone ombelicale con Milano. Una realtà che abbia ben salde e forti le sue radici a Milano ma che operi ovunque.

Claudio col cesto della spesa da Soul Food
Claudio col cesto della spesa da Soul Food

Quando stai a casa come ti svaghi?
Da quando mi faccio il pane e la pasta in casa ho scoperto anche la passione per cucinare. Soul Food in via Gola è il mio pusher di cibo che mi fornisce di prodotti di altissima qualità. Un posto speciale davvero.

Consigliaci un il tuo posto preferito per pranzo o cena?
Pasta madre in Porta Romana, io ci vado ogni volta che posso.

E invece dove vai se vuoi pensare?
Dipende dai periodi ma spesso corro, due o tre volte a settimana… preferisco pensare quando corro e solitamente la mia maratona è sul Naviglio Grande andando verso Corsico.

E dove vai a divertirti?
Dipende dagli anni… ho avuto gli anni del Plastic, poi dei Magazzini, i bellissimi anni di Classic al Tunnel! Quest’anno non ho un posto preferito, vado volentieri al Telescope al Tom, al Wall, al Dude… Ma soprattutto molte feste in casa.

Invece che bar, ristoranti, club ci consigli a Bologna
Frequento poco Bologna negli ultimi anni, e come ben sai i posti cambiano. Un posto magico per mangiare è Fienile Fluò sui colli, mentre per un po’ di clubbing facile in centro si va allo Studio 54, magari alle serate di Iommi. Ma soptrattutto lì dove c’era il Sesto senso (mitico circolo arci di via petroni negli anni 90) adesso c’è una delle pizzerie più buone d’Italia, Berberè, dei fratelli Aloe che sono uno degli esempi imprenditoriali più interessanti in circolazione.

Villa Lena in Toscana
Villa Lena in Toscana
Dacci delle anticipazioni su prossimi eventi di Elita, ma soprattutto c’è un tuo progetto parallelo che si tiene a Villa Lena in toscana. Ci racconti come hai scoperto questo luogo cos’hai già organizzato qui e cosa ci farai in futuro.
Ho scoperto Villa Lena grazie ad un caro amico, Claudio Cassano, che è uno degli artisti spesso residenti li. Infatti la tenuta è principalmente una fondazione che ospita artisti di arte contemporanea e musicisti da tutto il mondo. Mi sono innamorato del posto e ci ho organizzato una festa in inverno, portando un centinaio di persone da Milano con un bel pullman stile gita scolastica. Poi la volta successiva ci siamo spinti fino a 150 persone e 3 giorni di party durante il ponte del 2 giugno usando gli spazi da favola open air e le piscine della tenuta. Quest’anno il gioco si fa ancora più interessante e ci saranno tantissime sorprese. Ma ci piace tenere la cosa molto segreta. Il passaparola sta già girando. Mi piace che sia un appuntamento fuori dalla mappa dei social e che esista solo via passaparola. Un bel ritorno alla comunicazione autentica. Anche qui mi piace sottolineare che il progetto nasce ed evolve grazie a una relazione di amicizie. Siamo partiti in due (io e la mia amica Emanuela Virago) adesso siamo in 4 e sono sicuro che il prossimo anno ci saranno altri amici che si metteranno in gioco. La sfida è portare il format anche in altri posti belli d’Italia e non. Mi piace pensare al Boutique Festival (così si chiama il format) come un’evoluzione del fare festival: portare le persone fuori dalla città, in campagna ma potrebbe esser mare, montagna o lago. Vivere, dormire, mangiare, ballare e ascoltare buona musica per qualche giorno insieme. Si fa una bellissima esperienza di socializzazione, di networking. Sia per gli artisti che per il pubblico.

Elita ha in cantiere davvero tanta roba… meglio darsi appuntamento alla prossima intervista!