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Divus: Luciano Lamanna & Luca Mai

Nuovo capitolo scritto sull'asse Roma-Veneto, ormai tra i più prolifici di tutta Italia. Il 15 febbraio su Boring Machines esce 'Divus', album omonimo - e d'esordio - del progetto a quattro mani formato Luca Mai e Luciano Lamanna. Ne abbiamo parlato in questa intervista.

Scritto da Nicola Gerundino il 7 febbraio 2017
Aggiornato il 20 febbraio 2017

Luogo di residenza

Roma

Attività

Musicista

Narrano le leggende di una creatura divina, metà synth modulare metà sax. Si dice che si nutra di droni e chi si è trovato nelle sue vicinanze quando emette suoni, giura di aver ascoltato qualcosa di simile al suono delle spazio alieno. Divus – questo il nome della mitica figura – ha scelto Roma come luogo per manifestarsi, grazie a due ferventi sacerdoti del suo culto: Luca Mai (Zu/Mombu) e Luciano Lamanna (Assalti Industriali/ Der Noir/ Lunar Lodge/ Balance). Grazie all’intercessione di un occulto incisore veneto di melodie su vinile, tale Onga di Boring Machines, il prossimo 15 febbraio entreremo in contatto con Divus per la prima volta. In attesa di poter toccare il disco con mano, non solo siamo in grado di farlo ascoltare in streaming, ma possiamo mettere a disposizione dei nostri lettori un’intervista a Luca e Luciano, così da presentarsi al meglio al cospetto della divina creatura, quando comparirà nelle liste dei dischi in vendita.

ZERO: Partiamo dal momento in cui Divus prende forma: quando e perchè avete deciso di fare un album assieme?
LUCA: Da quando Luciano ha spostato il suo studio da Subsound Records abbiamo avuto la possibilità di vederci spesso e registrare sia con Mombu che con Zu. È venuto naturale collaborare ma soprattutto divertirsi nel suo studio.

Subsound-Studio
“Lucifer Analog”: lo studio di Luciano Lamanna

Era un progetto che avete nel cassetto da tanto tempo oppure siete andati in studio subito dopo aver parlato della possibilità di collaborare su un disco?
LUCIANO: É nato tutto in 4/5 incontri: ogni volta che ci ritrovavamo in studio registravamo una session senza dare limiti all’improvvisazione. Preparavamo una patch sul modulare, la registravamo e Luca trovava l’arrangiamento giusto per il sassofono.
LUCA: Tutto in maniera naturale, senza pensarci troppo.

É la prima volta che vi ritrovate a scrivere dei brani assieme?
LUCIANO: Avevamo avuto già occasione di collaborare al brano Kill Guns di Mombu/Oddatee, ma lì ci muovevamo su territori più hip hop e il beat era incalzante: con Divus abbiamo preferito lavorare sui silenzi, le sospensioni, gli spazi vuoti, lavorando più sui suoni che sul beat.
LUCA: É stato divertente ed è filato tutto molto liscio, il che presuppone che ci sarà anche un seguito.

Immagino che in questi anni vi siate studiati e visti a vicenda su vari palchi. C’è qualche esibizione l’uno dell’altro che vi ricordate in particolare? Quella per cui dici: ecco con questo qui mi piacerebbe farci qualcosa assieme!
Carboniferous-ZuLUCA: Con Luciano ci conosciamo da un po’ di anni. Come Zu avevamo pubblicato sulla sua etichetta, Trips Und Träume, il vinile di Carboniferous. Non l’ho mai visto live, ma conosco le sue produzioni e ho avuto anche l’onore di partecipare al suo nuovo disco, In Vitro. Per quanto mi riguarda, aver visto Luciano come lavora in studio, la sua conoscenza delle “macchine”, mi ha fatto balenare l’idea di fare qualcosa insieme. E credo la stessa cosa valga per Luciano, visto che è stato lui a propormi di cominciare le registrazioni.
LUCIANO: Sono un fan degli Zu. Credo che non dimenticherò mai l’inizio del concerto che fecero con Patton al Circolo Degli Artisti: dopo che Danny DeVito li ha presentati sono partiti con una versione esagerata di Tutti pazzi dei Negazione. Memorabile.


Il nome Divus ha un’origine e un significato particolare?

LUCA: Divus è una bella parola latina che per gli antichi romani stava ad indicare “prerogativa di dignità suprema”: noi lo abbiamo usato nel suo significato originario che è “cielo aperto” o “cielo luminoso”. Un cielo che vuole indicare anche lo spazio più profondo.

Come avete scritto i brani?
LUCIANO: Sempre partendo da una base di improvvisazione, non da brani strutturati.
LUCA: Prima abbiamo lavorato all’elettronica, visto che è un privilegio e un grosso divertimento andare nello studio di Luciano e “smanettare” con i modulari e altro, poi abbiamo messo i sax.

C’è stato qualche ascolto che vi ha influenzato per la composizione dei brani dell’album?
LUCA: L’ispirazione è venuta dalla fantascienza: il concetto da cui siamo partiti era “l’esplorazione di un’astronave alla deriva nello spazio”. La cosa che ci ha fatto più piacere è successa mentre riascoltavamo il disco: è entrato in studio Christian dei Deflore e senza sapere nulla del nostro focus ha detto: «Sembra di stare sull’astronave di Alien!».

C’è, invece, qualcosa dei vostri altri progetti musicali che avete portato dentro Divus?
LUCA: Direi di no. Anzi, non ho usato il mio suono abituale perché non avrebbe avuto molto senso in un contesto del genere.
LUCIANO: Naturalmente ogni album è un discorso a sé, non necessariamente collegato al resto della discografia di un musicista. Tuttavia, trovo continuità tra Divus e alcuni lavori precedenti, sia miei sia di Luca: dall’approccio astratto e sospeso di In Vitro alle incursioni free jazz del sax di Luca, che possiamo ritrovare nelle maggior parte dei suoi lavori, nonostante abbia cercato un sound diverso per il suo strumento su quest’album.

Che macchine e strumenti avete utilizzato per l’album?
LUCA: Solo fantastici modulari eurorack…
LUCIANO: …E il sax di Luca, ripassato dentro a chili di riverberi e delay.

L’incontro con l’etichetta Boring Machines com’è avvenuto? Avete bussato voi alla porta di Onga o è stato lui?
LUCA: Se n’è occupato Luciano perché in quel periodo ero impegnato in altre cose.
LUCIANO: Ho bussato io alla porta di Onga, mi pareva che questo album fosse affine alle proposte della sua etichetta: la seguo da tempo e mi piace molto!

Vi ha dato carta bianca su tutti gli aspetti della produzione?
LUCIANO: Sì, completamente.

Ci sono dei dischi su Boring Machines che vi sono particolarmente piaciuti? Che magari sono stati proprio il motivo per cui avete deciso di uscire su questa etichetta?
LUCIANO: Heroin In Tahiti su tutti.

LUCA: Mai Mai Mai. E spero di farci una collaborazione cosi facciamo Mai Mai Mai Mai!

Che altre etichette, italiane ed estere, state seguendo negli ultimi tempi?
LUCA: Sarò di parte, ma Subsound Records insieme a Boring Machines stanno lavorando bene. All’estero House Of Mythology.
LUCIANO: In Italia Scuderia, Edizioni Mondo, Intervallo … All’estero T/W/B, Kobayashi, Mego, Svart, Perc Trax…

Idem per gli artisti.
LUCIANO: Mi piace molto la techno italiana: BR1002, Rvde, Nvda, Tolebham, Danilo Incorvaia sono tra i miei artisti preferiti al momento.
LUCA: Non sto seguendo nulla.

Visto che entrambe siete attivi su Roma, vi faccio le stesse domande di prima, ma restringendo il campo al Raccordo Anulare.
LUCIANO: L.U.C.A., Valerio Moscatelli, Cosimo Damiano, Winter Severity Index.
LUCA: Subsound Records è fuori Raccordo. Comunque è un periodo che non seguo né produzioni italiane né estere.

Come giudicate il panorama musicale di Roma attualmente? In linea con quello del resto dell’Italia o sottotono?
LUCIANO: Molto vivo, la scena romana è ricca di talenti e continua a sfornare musica di qualità. Ci sono concerti e serate tutti i giorni, fortunatamente c’è l’imbarazzo della scelta in città ultimamente.
LUCA: Non seguo, non giudico.

Torniamo a parlare di Divus. Cosa ci sarà in copertina? Avete scelto voi che immagine metterci?

La copertina di Divus, firmata Yard Press.
La copertina di Divus, firmata Yard Press.
LUCA: Abbiamo lasciato fare tutto a Giandomenico Carpentieri, super grafico ed editore di Yard Press. Gli abbiamo parlato della nostra ispirazione e ha fatto un magnifico lavoro.
LUCIANO: Mi piace lasciare carta bianca a un artista quando collaboriamo: Yard Press ha un’estetica e un gusto che condivido, non c’è stato bisogno di troppi discorsi perché Giandomenico sfornasse la grafica giusta.

In che formato uscirà l’album: vinile, digitale o entrambe?
LUCIANO: Uscirà in vinile in edizione limitata e in digitale.

Rimarrà solo su disco o lo porterete in giro dal vivo?
LUCA: Faremo delle date.

Se doveste suggerire a una qualsiasi persona di ascoltare Divus in un luogo di Roma, quale sarebbe?
LUCA: La città dello sport di Calatrava.
LUCIANO: L’Orto Botanico di Trastevere.

I cantieri incompiuti della Città dello Sport di Calatrava.
I cantieri incompiuti della Città dello Sport di Calatrava.

Se doveste descriverlo con solo tre parole, quali sarebbero?
LUCA: Good Job Maaan!

Se, invece, doveste associarlo a un film?
LUCA: Un film di fantascienza, ma anche al videogioco Alien: Isolation.

Divinità preferita?
LUCA: Wakan Tanka.
LUCIANO: Crom.