Close

Britney Spears

19/5/2004, Filaforum, Via Giuseppe di Vittorio 6 (Assago)

di Dalle fantasie di Emilio Cozzi

Britney. Stella assoluta. Superficiale sottovalutare l'efficacia del suo sound, che mixa "medio-bassi-sfonda-autoradio" e "melodie-acchiappa-orecchi". Eh sì. Una stella. Ma un po' come quegli insetti che si scavano la fossa per riprodursi. Tipo il maschio della mantide religiosa. Perché? Vediamolo: la piccola si fa un nome su Disney Channel, dunque decide di diventare una star. Ci vuole prurigine e lei ci si butta, con il suo team di medico-chirurghi. Sfonda vestita da collegiale con le autoreggenti. Ama gli animali e annuncia di volersi spogliare per la causa. Quindi al suo simulacro in cera, al londinese Madame Tussaud’s Museum, fanno le tette-robot animate. Le censurano il film “Crossroad” perché zozzeggia troppo (con quello che fa suo padre). Nei video, la sua terza post-operatoria passa a una quinta modello Jabba the Hutt. Il suo primo disco vende più di 10 milioni di copie. L’ultimo (che è il singolo Toxic col vuoto intorno) fatica, nonostante il suo abbigliamento nel clip di lancio: una rete da pesca, a maglie larghe. L’anno scorso ha fatturato molto meno del previsto. Sintesi: se Britney facesse definitivamente quello che le riesce meglio, ne risentirebbero migliaia di tunnel carpali, ma l'industria del porno e quella discografica farebbero un passo fuori dalla crisi. Questione di baratti stellari.

Torna al Sito Ufficiale!