Jane&Louise Wilson

Non può che restarti addosso una strana sensazione. Dunque, esci da una ex libreria d'arte nel cuore del quartiere cinese, trasformata in una fondazione da un ex grande antiquario che ha deciso di regalare quei 700 mq all'arte contemporanea pensando di chiudere col passato e fare l'attore: wow, siamo davvero a Milano? Ma la strana sensazione non la dà solo il contesto. La personale delle gemelle Wilson, la prima in Italia, è imponente. E questo significa rompere un po' le scatole alle fondazioni Prada, Trussardi e persino al Pac o alla Triennale. Così, senza interessi di marketing o agganci politici? Torniamo alla stranezza: le Wilson riprendono forme di monumentalità legata alle grandi utopie. Luoghi più o meno inaccessibili, strutture di potere, tutto quanto alimenta l'immaginario esoterico. L'enorme installazione video è il prologo di un improbabile viaggio verso lo spazio, che ricorda sia le atmosfere del capolavoro letterario di Pelevin, "Omon Ra", sia la trionfale e catastrofica visione di "Our Century", film culto di Artavazd Peleshyan. Non è poco e basta a uscire interdetti nel quartiere cinese, una sera d'estate. A Milano.