Ecco l’idea di questa minirassegna, composta di tre date in tre mesi: deprivazione sensoriale, sia per quanto riguarda la vista (i concerti si svolgeranno nella completa oscurità) sia per l’informazione. Due righe criptiche a indicare dei „generi musicali“ proposti, per questo secondo appuntamento sappiamo che ci saranno le suggestioni orientali di Bali Dharma, quartetto composto da Jos Olivini (gong balinese, gangsa, hulusi, flauti), Rita Colani (gangsa, kopiak, voce), Pierangelo Pandiscia (calung, kempli) e Gino Ape (flauti). Qualcosa in più si sa sulla disposizione che sarà, pubblico seduto al centro della sala, musicisti agli angoli. E si sa anche che la privazione di un senso a vantaggio degli altri dovrebbe sensibilizzare questi ultimi, come ci insegnano i non vedenti. Diciamoci la verità: l’aspetto visivo della musica, se disgiunto da acute trovate coreografiche, non sempre comunica molto. Solo un musicista di pari competenza è in grado di cogliere eventuali finezze tecniche e sfumature (in real life: cosa aggiungere alla wishlist di synth, pedali o piatti. Oppure: guarda come sculetta). Sarà la volta che ascolteremo davvero? Azzardo un’ipotesi di (amara) realtà: se l’unica volta che siete andati a un concerto di elettronica, elettroacustica, „musiche del resto del mondo“ o improvvisazione avete dormito saporitamente, non ci verrete. Probabile ci saranno le solite persone che seguono questi concerti anche a piedi nudi sui Lego. Male (i Lego e gli assenti).
Geschrieben von Giocondo Scelgo