La prima volta che ho visto Masego ero seduto davanti al computer, lui in un video iniziava a suonare „Tadow“ insieme a FKJ. Mentre il riff di chitarra andava in loop, Masego campionava il suono delle pagine del suo passaporto per farle diventare parte del beat. Il video scorre e i loop si aggiungono, Masego passa alla batteria e campiona pure quella per poi spostarsi al sax per incidere la parte strumentale su cui si basa tutto il pezzo. Pensavo fosse finita lì e invece poi, a metà di quello che per me era già il video dell’anno, arriva la sua voce. Da quel momento ogni volta che sento un suo brano mi si stampa un sorriso ebete in faccia, come quelle volte che mi sono meravigliato di fronte a un talento innato. La prossima volta che vedrò Masego sarà stasera, lui presenterà il suo esordio lungo “Lady Lady” – che gli amanti delle etichette hanno definito TrapHouseJazz (???), mentre io preferisco riassumerlo come il naturale risultato di chi conosce la storia della jazz e dell’rnb e riesce a tradurla in versione moderna ispirandosi a Kaytranada e Chance The Rapper (per dirne un paio) senza risultare scontato. Per celebrare il nostro primo incontro dal vivo mi farò trovare in mezzo alla platea con quel sorriso ebete stampato in faccia.