Ci pensate mai che qualcuno un giorno potrebbe chiederci conto delle nostre azioni (o inazioni)? Che sia Dio, la nostra coscienza, un nipote. Io spesso, e poi me ne dimentico, presa da incombenze più meschine e urgenti – ce ne sono sempre, ne abbiamo tutti. Ma di fronte a una mostra come quella di Carotti lo stomaco finalmente fa il suo dovere: si contorce come avrebbe dovuto fare anche solo a sentire accennare al nuovo „Decreto Sicurezza“.
Le più tristi pagine della nostra storia ci parlano con la voce delle opere di „Stessa spiaggia, stesso mare“: e raccontano che dove noi vediamo castelli di sabbia e tuffi dal pattino, qualcuno trova ben altri mostri ad attenderlo. Siamo malamente attrezzati per sopravvivere alla nostra piccineria, quindi ben vengano i chiari messaggi di Carotti: il pedalò armato Seagull SS17, la Cariddi virago e palestrata, le sculture raffiguranti creature con la testa da lupo e il corpo di serpente marino. Speriamo solo che qualcuno li ascolti.
Geschrieben von Enrica Murru