Buka è un altro Mondo. Per tanti motivi. Il primo è la location: un ristorante che si trasforma in club – e qualcuno dirà che non è una novità: vero! -, ma qui il cielo è stellato, si fumano narghilè e dopo un certo orario sembra di essere in Egitto, come se fossi sull’attrazione „Ramses: il risveglio“, la giostra di Gardaland. Il secondo motivo è la zona di questa location: alle porte della periferia est di Milano, un affaccio su un nuovo mondo fatto di capannoni, depositi merci e parcheggi di camion. Il terzo è la musica: perché arriva da tutto il mondo e che banalmente si potrebbe definire world music, definizione così antiquata (e per certi versi sbagliata) che noi preferiamo chiamarla post-global music (grazie Simone Bertuzzi aka Palm Wine).
Stasera come guest ci sarà un italiano che vive a Berlino e che suona musica orientale mischiata a percussioni africane, cantilene che sembrano preghiere sciamaniche trovate spulciando in negozi di dischi indiani, e cassa in 4/4 che non supera mai i 125 bpm. Josè Manuel è il suo nome e 4 anni fa era l’unico italiano con un’uscita ufficiale su Disco Halal, la label di Moscoman, ed è conosciuto anche Naduve, Autarkic, e Katzele. A catapultarci nel suo mondo, in apertura, ci sarà il live folk egiziano della band del ristorante, la Tekkia Ensamble di Abo Taha del cantante Ibrahim Il Gamil. E dopo José toccherà a Joseph Tagliabue con un dj set tra la elettronica cosmica e perle italiane. Buka è il Mondo senza confini, perché il clubbing unisce.
Geschrieben von Zagor