È stata la canzone inno dell’estate 1983: „Tropicana“. Dal ritmo orecchiabile e coinvolgente, in realtà il brano del Gruppo Italiano parla di un apocalisse, di un vulcano che erutta e di un uragano che travolge i bungalow, mentre la gente guarda lo spot di una nuova bevanda. Come può una canzone diventare inno alla spensieratezza, dimenticando l’angosciante tematica del testo, che passa completamente in secondo piano?
Da questo interrogativo e immaginario distorto nasce lo studio su come un’opera, seppur nota, possa rappresentare un chiaro fallimento comunicativo, su come, nonostante i ruggenti anni 80 e la decadenza dei costumi, la nascita della televisione berlusconiana, l’inizio dell’ascesa del Psi craxiano e la paura dell’atomica, ci fosse comunque l’esigenza della festa costante e quasi obbligatoria, della spensieratezza disimpegnata, del divertimento da villaggio. Uno spettacolo che, più che a ballare, ci invita a riflettere, magari seduti sulla poltrona mentre il mondo reale crolla davanti ai nostri occhi.
Geschrieben von Andrea Di Corrado