In questo momento socio-politico che potremmo eufemisticamente definire «complesso», è necessario ricominciare a ragionare, magari con una sana dose di empatia. Non ho mai capito se in Italia esista una vera e propria scena “conscious rap” – per quanto abbiano senso nel 2019 queste etichette – ma la line up dell’Unchained Festival mi sembra la cosa che più si avvicini a tale ipotetica semplificazione. Un festival “scatenato”, perché senza catene, che propone un’accurata selezione di “penne autorevoli” capaci di raccontare, dipingere, far pensare e – non poche volte – commuovere.
Non ha neanche senso stare a fare paragoni con la scena trap e il suo tendenziale vuoto di contenuti, perché Murubutu (a cui si perdonano persino le cover un po‘ pretenziose), Claver Gold, Johnny Marsiglia e l’ex-Machete convertito En?gma giocano in un’altra lega, dove la competizione onanistica si svuota quasi integralmente del suo senso. E piacciono ai giovani, che li ascoltano in autonomia senza che arrivi qualche vecchiardo a dire che “la trap fa cagare”.
Geschrieben von Andrea Pagano