Mi sono imbattuto nel suo secondo album, „The Imagined Savior Is Far Easier To Paint“, quasi per caso: dalla copertina sembrava un disco hip hop di un tizio serio, della old school: sguardo „conscious“, t-shirt e cappellino da baseball in tinta unica.
Impressioni tutte confermate, salvo quella del genere musicale: Ambrose Akinmusire è un trombettista jazz dal talento sconfinato, ancora sostanzialmente giovane – classe 1982 – e con un’attitudine post che lo rende poco legato agli standard, tant’è che me ne sono innamorato per un brano, „The Beauty Of Dissolving Portraits“, che starebbe bene in centinaia di dischi elettronici come post rock. Percorso netto di tre album su Blue Note e in versione Quartet stasera per JazzMi, non lasciatelo passare inosservato.
Geschrieben von Nicola Gerundino