„Revisionato il film, si esprime parere favorevole per la programmazione in pubblico, a condizione che vengano eliminate“ (è l’immancabile incipit):
-la scena della danza di Alicia, laddove, in succinto pagliaccetto, ancheggia voluttuosamente, per solleticare l’attenzione di John (A qualcuno piace calvo, 1959, di Mario Amendola)
-i fotogrammi del primo abbraccio tra Miki e Andrea in cui Miki si toglie la sottoveste, compresa l’inquadratura della sottoveste che cade a terra (L’inferno addosso, 1959, di Gianni Vernuccio)
-la battuta nel ristorante: „quelle due puttane“ (La ragazza del peccato, 1958, di Claude Autant Lara, con Jean Gabin e Brigitte Bardot)
-la scena in cui Ruggeretto si rotola per terra, abbracciato alla cameriera e la scena in cui Ruggeretto e Rossana ballano strettamente abbracciati, con le bocche unite da un lungo, sensuale bacio (La notte brava, 1959, di Mauro Bolognini)
-la scena in cui Maria, adagiata per terra, mostra – coi dettagli movimenti delle gambe, delle mani e del viso, di essere preda ad una forte eccitazione sensuale, provocata evidentemente da Pedro, anche se non figura in campo (Sete d’amore, 1959, di Alfonso Corona Blake)
-la scena in cui all’atto di provare la pelliccia portatale dal fornitore Rosemarie se la sfila restando nuda nel lato posteriore (La vera storia di Rosemarie, 1959, di Rudolf Jugert)
La conclusione, prima della firma del ministro, ribadisce l’offesa al decoro, al pudore, al buon costume, la pubblica decenza, o il quadro di morbosità che potrebbe influenzare sfavorevolmente i ragazzi, urtarne la sensibilità.
Sono alcune delle schede tratte dall’archivio della Cineteca nazionale, che documentano il modo in cui il Comitato di revisione cinematografica operava la censura sui film in distribuzione. Con la cura di Claudia D’Alonzo il collettivo Radha May, costituito da Elisa Giardina Papa, Nupur Mathur e Bathsheba Okwenje, ha operato questa ricerca come una prima tappa di un progetto più lungo: il cronotopo qui è Italia anni 60, a cui faranno seguito due cruciali momenti di transizione della storia indiana e sudafricana nella seconda metà del 900.
Interrogare la censura è una ricerca ipnotica, seduttiva, sospesa tra la crudeltà e la comicità involontaria. Significa indagare tra le pieghe più intime dell’ideologia, scoprire i lati più gretti dello sguardo dominante, mettersi nei panni di chi esercita un mestiere a suo modo privilegiato ed eccitante, di chi ha il potere di vedere e sapere cose che può proibire a tutti gli altri di sapere e vedere.
Non tutto il tagliato è sesso, naturalmente: ci sono scene di parto, di doglie, di ballo, di sfrontatezza verbale, di irrispettosità morale nei confronti delle istituzioni religiose e pubbliche, soprattutto se esercitati dalle donne.
E oltre al potere, leggendo in contropelo queste schede, trapela anche l’impotenza, il compromesso, nei casi un cui l’autore è troppo autorevole per essere arronzato: e allora sulla Notte di Antonioni non si parla più di risoluti tagli di scene, ma di piccolissime rimozioni, giustificati da lunghe e dettagliate motivazioni.
Geschrieben von Lucia Tozzi