La stagione del design automobilistico italiano degli anni Sessanta è stata una rivoluzione, capeggiata da nomi ora considerati Maestri e caratterizzata da prodotti divenuti Icone.
Una di queste icone, forse non la più scontata, ma sicuramente conosciuta da tutti e transitata per le mani di molti, è stata la Fiat 127; la matita di questa icona è Pio Manzù.
A lui è dedicata l’apertura dell’omonima Fondazione che inaugura a Bergamo per forte volontà dei figli Giacomo e Francesca, il cui intento è stato quello di poter condividere l’opera del padre rendendo accessibile il ricchissimo archivio dei disegni e dei modelli e raccontando percorsi e idee che hanno spaziato dall’industia automobilistica al design per i più grandi marchi dell’epoca.
Scorrere i nomi del comitato scientifico e dei critici e designer che partecipano alla giornata di studi inaugurale (Gillo Dorfles, Tomas Maldonado, Giacinto di Pietrantonio, Giovanni Anceschi tra gli altri) dà un’idea di quanto il breve segno lasciato da Pio Manzù, scomparso trentenne nel 1969, sia stato profondo e resti sentito.
Geschrieben von Riccardo Balzarotti