„Play to express yourself“: sembra il titolo di un biopic su Madonna e invece – sorpresa! – è uno dei progetti di inclusione sociale realizzato quest’anno dal festival di musica contemporanea più importante d’Italia, Milano Musica (in collaborazione con Fondazione Antonio Carlo Monzino, SONG Onlus e con il sostegno di Fondazione di Comunità Milano). Partiamo da un punto di vista inusuale per raccontare la 29esima edizione del Festival Milano Musica – di cui vi abbiamo già segnalato i concerti da non mancare qua: un punto di vista che in realtà, per tutto l’anno, è il cuore dell’attività dell’associazione, ovvero quella di divulgare e supportare in maniera concreta la creazione e la fruizione della musica contemporanea, aprendo a un pubblico più giovane e fuori dai circuiti esclusivamente accademici, accompagnando quasi sempre i concerti con incontri introduttivi assieme agli esecutori.
E quindi: progetti didattici costruiti a partire dalla nuova musica, che in „Play to express yourself“ si concretizzeranno in due annualità di laboratori e progetti dedicati a carceri e scuole individuate nelle zone periferiche di Milano. È qui che si inserisce il festival vero e proprio, in un’annata difficile per gli eventi culturali in presenza in cui, anche la continuità e la promessa mantenuta di procedere nella ricerca di nuovi sentieri sonori, è un segnale importante. Non fermarsi e rifiutare la strada segnata è il tema dietro il claim di questa 29esima edizione, „Caminantes“, dalla sollecitazione di Luigi Nono, ispirato dal verso «Caminantes, no hay caminos, hay que caminar» (Viandanti, non ci sono vie, c’è da camminare) dalla poesia di Antonio Machado. Con questo spirito Milano Musica riflette sulla necessità e sul desiderio di essere “Caminantes”, aperti all’ascolto, disponibili a scoprire e a percorrere nuove vie. E a portare avanti una missione.
Un’edizione un po‘ meno fitta di quello dello scorso anno, che era stata letteralmente un continuo exploit lungo due mesi, ma comunque con tanti appuntamenti diversi che coinvolgeranno nove diversi spazi della città, dall’Auditorium San Fedele a Santeria Toscana passando ovviamente per le „case“ del Festival, il Conservatorio e il Teatro alla Scala. Tra 13 prime esecuzioni assolute, 3 prime italiane, 5 commissioni e 2 co-commissioni internazionali c’è spazio per maestri senza tempo come Maurizio Pollini e per i ritmi degli artisti in residenza, ZAUM Percussions, per il „Catalogue d’oiseaux“ di Olivier Messiaen eseguito da uno stoico Ciro Longobardi, per il nuovo concerto per pianoforte e orchestra di Francesco Filidei affidato all’Orchestra Sinfonica Nazionale ma anche per due appuntamenti a cura dell’instancabile mdi ensemble o un concerto monografico dedicato a Salvatore Sciarrino a cura di Ensemble Suono Giallo, con la prima esecuzione assoluta di „Un Tibetano a Parigi“ (nuovi skyline da respirare) per flauto solo. Una buona e una cattiva notizia insieme: occhio, ché alcuni concerti sono già sold out!
Geschrieben von Chiara Colli