Opentour, il programma di eventi dell’Accademia di Belle Arti di Bologna in programma fino al prossimo 30 giugno, celebra non solo i suoi attuali allievi, ma anche gli ex studenti diventati nel frattempo artisti affermati: inaugura venerdì 25 giugno alle ore 16.30 nel Salone degli Incamminati della Pinacoteca Nazionale di Bologna (via delle belle Arti, 56) EX4, la collettiva di Pierpaolo Campanini, Andrea Facco, Marco Neri, Alessandro Pessoli e Leonardo Pivi, che resterà visibile fino al prossimo 25 luglio.
Si tratta della quarta edizione del progetto EX curato da Carmen Lorenzetti, promosso e sostenuto dall’Accademia di Belle Arti di Bologna, dedicato ad ex-studenti dell’Accademia di Bologna che sono diventati oggi artisti internazionalmente riconosciuti. Artisti che hanno sempre conservato un grande legame con la “loro” Accademia e che partecipano ora al progetto EX4, oltre che con la mostra, con workshop e conferenze per gli studenti. Tutti hanno accettato con grande entusiasmo di tornare nella città che li ha visti formare, nelle classi di Concetto Pozzati (Campanini, Facco, Pessoli, Pivi) e di Vittorio Marescalchi (Neri).
Pierpaolo Campanini presenta sei dipinti che vanno dal 2009 al 2018 e mostrano l’evolversi del suo lavoro negli ultimi anni e la sua continua sperimentazione con diversi soggetti e tecniche, che vanno dal carboncino all’olio allo spray su tela. Sono tele che presentano la natura nella sua pienezza, mistero e dolcezza, che ripercorrono il sentiero della vita in corrispondenze siderali con il cosmo. Il pretesto da cui parte l’artista è la natura vera, che ritrova indagando il microcosmo denso e inesauribile nel giardino della sua casa-studio, di cui le soluzioni della pittura costituiscono il correlativo oggettivo lucido e nello stesso tempo fantastico, in una lotta impari contro l’omologazione dell’immagine dominante.
Andrea Facco sceglie tra le sue serie quella dedicata allo studio dell’artista, che conta un’illustre tradizione nella storia dell’arte moderna e comprende anche l’idea del ritratto dell’autore. Le opere sono due sculture fatte interamente di resti di pittura che compongono i vari materiali della pittura e un teschio, simbolo della vanitas. Dipinge anche un’enorme tavolozza, strumento indispensabile del pittore, su cui fiorisce abbondante il colore. Infine ci sono gli omaggi a figure della storia dell’arte del ‘900 come Pablo Picasso e Jasper Johns, ma sempre in linea con il soggetto dell’atelier del pittore e ad un’altra pratica di Facco: quello di indossare gli stili della tradizione pittorica in una contesa costante con la storia dell’arte e dell’immagine.
Marco Neri presenta un grande disegno composto da nove carte del 2010 e quattro dipinti del 2012, che segnano il periodo intermedio di un percorso iniziato con una mostra quando aveva solo diciassette anni. Neri ama sottolineare la sua vocazione e la passione per la pittura che partono da lontano e lo hanno portato a costruire un percorso di grande coerenza e lucidità. L’artista ha
progressivamente prosciugato l’intemperanza del gesto, lo ha controllato e misurato, pervenendo ad un linguaggio di pura sintesi e di ritmi essenziali.
Alessandro Pessoli recupera dalla sua prolifera produzione quattro dipinti: due del 2018 e due del 2020. I quadri dell’artista sono legati alla figurazione e soprattutto al soggetto umano, protagonista indiscusso di palinsesti dipinti con colori sgargianti e acidi che sanno di plastica, di artificiale e della sostanza trasparente e luccicante di cui è fatto il digitale. Nucleo sorgivo della pittura dell’artista è il disegno nervoso e indomito da cui scaturisce la figura, da cui sorge il colore, che riempie in campiture trascoloranti le porzioni di spazio in cui sono scanditi in maniera equilibrata e misurata i quadri dell’artista. Al dinamismo delle figure e degli oggetti corrisponde uno spazio che nel suo vuoto tutto risucchia come in un tornado.
Leonardo Pivi esibisce tre sculture e cinque bassorilievi quasi tutti inediti e recentissimi. Le opere sono il risultato di una complessa stratificazione di forme e di materiali, un inno al concetto di ibrido e sperimentazione cui l’artista è devoto sin dalle sue prime prove negli anni Novanta. Nei bassorilievi l’autore ragiona in termini di spazio e di scansioni di superficie che creano allusioni di paesaggio con strani pianeti scuri che ci trasportano in un’altra dimensione. Le figurette delle origini, miniature improvvise e quasi occulte ad uno sguardo distratto, sopravvivono ironiche e attingono a meteorologie ancestrali o, in equa partizione, al mondo mediale dei fumetti. L’artista lavora sul concetto di tempo e crea cortocircuiti già definiti “inattuali” nel rimescolamento di passato, presente e futuro.
Orari:
Martedì, mercoledì, giovedì, sabato, domenica e giorni festivi: ore 9 – 14
Venerdì: ore 9 – 19.
Geschrieben von L.R.