Negli ultimi anni alcuni dj e producer partenopei – per lo più gravitanti attorno all’etichetta house Early Sounds – si sono allontanati dal circuito più rigidamente clubbistico per approdare felicemente sugli sculettanti lidi figli del napoli groove 70/80, quello della Stop Bajon di Tullio De Piscopo per intenderci. I tre Mystic Jungle Tribe – Mystic Jungle, ai controlli stassera, Whodamanny e Milord – sono quasi un “supergruppo” di questa scena: circondati da synth, sampler e drum machine, si lanciano in jam ritmiche che suonano come se Theo Parrish fosse cresciuto nella solare e caotica Napoli, invece che nella fredda e tecnologica Detroit.
La genuina ruvidezza cittadina (da savana umana) spesso assente in molte laccate produzioni balearic, viene liberata in un ammaliante psichedelia mediterranea, tra concept su relax mistici a Capri, sul Sole sun-raesco o sul Plenilunio. È così che i Mystic Jungle Tribe riescono a ipnotizzare: momenti di astrazione quasi „fourth world“ e poi bombardamenti jazz-funk dallo swing micidiale.
Geschrieben von Marco Caizzi