Narra la leggenda che Todd sia un’entità immaginifica dei grandi boschi del nord, con doti di preveggenza, udito finissimo e, soprattutto, onnipresenza. Solo in quel di Milano, noi della vecchia guardia clubber, nel corso dei decenni lo abbiamo visto nei club, nei negozi di dischi, nei rave e negli eventi aziendali, e ancora sfilate di moda, lanci di improbabili riviste, persino nella Jacuzzi di un amico, che peró prima mi ha avvisato „il bagno é di lá, occhio che c’è Todd in vasca, eh“.
Troppo preso per dare un seguito a quell’album dal titolo perfetto del 2014, che giocava tra future jazz, disco, electronica e una buona dose di umorismo, nozione sconosciuta a gran parte dei suoi colleghi. Troppo etereo e musicalmente colto per viaggiare con una valigetta di soli successi da dancefloor, Todd è da prendere così com’è, sull’onda del momento. Di anno in anno, aneddoto su aneddoto, siamo cresciuti con lui, sedimentandone il mito.
Geschrieben von Raffaele Paria