Si parla parecchio di economia circolare, di ecologia e di come costruire filiazioni sensate e sentite nei territori, con tutte le loro peculiarità. Se ne parla, se vogliamo, dalla leggendaria pubblicazione di Silent Spring, della Rachel Carlson: momento fondativo del movimento ambientalista. Da lì gli argomenti piovono e si stratificano: comunità, decentralizzazione, prossimità, e ovviamente tra i temi più rilevanti c’è il confronto con la filiera alimentare e la qualità del cibo, questione che se presa di petto entra a gamba tesa nel confronto critico con i vari modelli di produzione, le modalità di consumo, il tempo di “raccolta” e le specificità di alcuni territori rispetto agli alimenti che vi possono crescere. Insomma, si parla di ecologia integrale, qualcosa che guardando indietro un grande pensatore militante come Ivan Illich chiamava “buona vita”, costruendo una critica serrata al “monopolio radicale” e all’idea di “salute”.
Un “polo” simbolico e scottante, e certamente sbaragliante per interesse progettuale e futuro del design.
Ed eccoci agli esempi virtuosi. Earth Centered Design. Territorio, Alimentazione, Comunità: il Modello Pollica è un incontro su quello a tutti gli effetti s’appresta a diventare il design nei prossimi anni (per infilarvi in testa un pensiero, vi basti ricordare della collaborazione tra Stark e Adobe per realizzare un programma di chair design on demand), ovvero: di servizio e strutturazione di filiere, e allora con un’attenzione ben circoscritta a un ambiente territoriale. Cosa è successo a Pollica, vi chiederete voi, un paese di poco più di 2000 abitanti? Succede che ADI e Future Food Institute (FFI) assieme al Comune di Pollica hanno cominciato a sviluppare modelli circolari e progettualità con fortissime ricadute locali, tra economia, colture e culture. Si tratta qui di una valorizzazione del patrimonio naturalculturale mediterraneo, che attraverso il coinvolgimento di una giovanissima comunità locale intende ri-raccontare e innovare le filiere agroalimentari locali. Dagli studi sulla celebre Dieta Mediterranea (Patrimonio dell’Umanità), all’insegnamento della cura per la Terra tra suolo e territorio, fino ai metodi con cui il cibo si cucina e consuma a tavola. Ne emerge insomma un “polo” simbolico e scottante, e certamente sbaragliante per interesse progettuale e futuro del design, proprio perché riguarda la definizione e strutturazione di un Luogo (d’elezione, per certi aspetti) attraverso un orizzonte di progettazione replicabile su scale differenti.
Perciò, i temi sono quelli del momento, per cui di necessità si fa virtù: comunità, rete, territorio e relazioni di scala, iper-locali. Oltre e Sara Roversi (FFI), Stefano Pisani (Sindaco di Pollica), Ermete Realacci (Fondazione Symbola) e Paolo Verri a presentare questo modello di progettazione in Cilento, ci saranno tutta un serie di interventi e suggestioni su altre progettualità ed esperienze sorelle ma dal sapore urbano – tra cui ci siamo anche noi. Il tutto è a cura di Carlo Baranzaglia (CdA ADI) e presentato da Luciano Galimberti (presidente ADI).
Geschrieben von Piergiorgio Caserini