Le suole delle scarpe raccontano dei luoghi visitati, delle superfici calpestate, delle cose viste. Alcune però non raccontano niente: sono pagine bianche che tacciono. Come quelle dei bambini che non hanno ancora fatto i primi passi o quelle dei detenuti che di passi ne possono fare di limitati e circoscritti. Racchiuso in questo particolare – da cui il titolo – c’è il cuore del progetto di fotografia terapeutica ideato da Guido Gazzilli e Ludovica Rosi nelle carceri italiane, diventato prima un libro edito da NFC Edizioni e ora anche una mostra.
„Everyday Shoes“ mette insieme immagini e parole di un mondo che, a causa delle mura che lo circondano, crediamo troppo spesso lontano da noi. Chi conosce il lavoro di Gazzilli, il suo bianco e nero quasi sempre irrequieto, non può non notare la fermezza di alcuni di questi scatti. Fermi come il tempo, come tutto quello che non accade in un luogo come quello da cui provengono. Eppure quello che restituiscono è un movimento grandissimo, il moto interiore di chi grazie a questo progetto è riuscito seppur da dentro a uscire fuori con emozioni, sensazioni, paure e desideri. Questo lavoro ha permesso che quelle suole si sporcassero, che quelle mani si alzassero per prendere finalmente parola.
Geschrieben von Silvia Basile