Hand Signed, «firmato a mano». O meglio, manipolato come dalle mani, magari di un artigiano. L’oggetto è ovviamente il suono, inteso come materia da plasmare al pari di una scultura. E a studiarlo è una delle rassegne più interessanti nell’ambito della musica live e di ricerca a Firenze, che portano in città sei appuntamenti, da gennaio a maggio, per altrettanti progetti volti a studiare la materia sonora soprattutto nella sua dimensione fisica. Nata come sonorizzazione per gli spazi della Sala Vanni accompagnata da una peculiare illuminazione, Hand Signed mette insieme varie realtà del panorama elettronico nostrano – l’etichetta fiorentina OHH-Sounds, NODE Festival e Musicus Concentus con la collaborazione del Museo Marino Marini. Dopo l’appuntamento con il compositore e vibrafonista giapponese Masayoshi Fujita, la sala Vanni ospiterà le corde tra indie ed elettronica del giovane violoncellista Oliver Coates (19 febbraio), le sperimentazioni elettroniche del boss della PAN Records, Bill Kouligas (18 marzo), le incursioni nell’elettroacustica sull’asse Italia/Francia con Nicola Ratti e Kassel Jaeger (9 aprile) e infine l’incredibile performance tra vinili, giradischi, loop e frequenze ipnotiche del compositore e artista multimediale inglese Philip Jeck.