Jitwam è come quei calciatori talentuosi e pieni di fantasia che giocano in squadre leggermente minori, di provincia. L’artista di base a New York ma di origini indiane non è (per ora) assunto alla fama che la sua musica dovrebbe garantirgli. Un soul intriso di house, jazz, funk, psichedelia diffusa che fa viaggiare e ballare insieme: dalla marcata qualità pop senza snaturare un’evidente ricerca personale all’interno dei generi citati.
Che poi attenzione, non parliamo di un outsider, ma di uno che comunque macina quasi due milioni di ascolti al mese su Spotify. Ascoltandolo però rimane quella sensazione di piacere nascosto, di perla rara da scoprire, con la convinzione che il suo nome dovrebbe essere pronunciato e scritto molto di più in giro. Forse perché la sua musica mantiene un alone di mistero, una qualità imperscrutabile e affascinante che, se conquista, non lascia scampo.
A dimostrazione di questa vita in un limbo tutto suo, il concerto di questa sera è la prima apparizione sul suolo romano di Jitwam – per di più in quartetto. Un evento abbastanza imperdibile. La vita, la musica e il calcio sono belli perché esistono i Totò Di Natale che regalano squarci di magia a Udine, non per i Cristiano Ronaldo nei palazzi d’oro d’Arabia.
Geschrieben von Giulio Pecci