L’intesa tra la GAM e la Fondazione Furla è assodata ormai da qualche anno. Questa infatti è la quarta edizione di un dialogo tra gli spazi e le collezioni del Museo d’Arte Moderna e gli interventi di artist* contemporane* curati dalla Fondazione (con il prezioso lavoro di Bruna Roccasalva). Anche se hanno sempre dimostrato una grande capacità di interagire e lavorare insieme, questa volta il tocco è ancora più sorprendente e raffinato. Sicuramente per i lavori sottili, educati e preziosi di Kelly Akashi ma, soprattutto, perché sono in dialogo diretto con gli spazi della GAM, non al piano terra, non in una stanza, ma dentro il percorso di mostra. Questo crea un connubio energetico che porta i visitatori a spostarsi: quelli di arte contemporanea a vivere l’intero museo, mentre i conservatori e aficionados del classico, si trovano sulla loro strada una visione tutta contemporanea. Questa forse è l’operazione più riuscita di questo nuovo capitolo della Fondazione Furla, perché incentiva e amplifica. E poi la maestria di Akashi risiede sicuramente nel porsi in quel luogo allo stesso livello, con la stessa gamma di qualità e di emozioni, fino a far crollare la gerarchia qualitativa tra classico e contemporaneo dimostrando che non importano le forme o l’epoca, che le speranze di bellezza non sono state deposte solo nelle mani di pittori morti da tempo, ma che sono le vibrazioni intrinseche con cui si plasma il lavoro e la capacità dell’artista di veicolarle, che fanno la differenza. Un’occasione di visita da non perdere.
Geschrieben von LR