Era il lontano 2008 quando José James face il suo esordio sulla Brownswood Recordings di Gilles Peterson, lanciando colui che di lì a poco sarebbe diventato uno degli astri nascenti del nu-soul a stelle e strisce. Attraverso un approccio profondo alla composizione, l’autore americano sembra distaccarsi dalle strade del Bronx a favore di un groove sexy e lunatico, figlio di Marvin Gaye e Stevie Wonder.

La sua musica è un continuo sali e scendi di pulsazioni positive, dove José James esplora abilmente gli innumerevoli confini della musica nera cosmopolita: un mix che lo rende una sorta di cantante jazz per la generazione hip-hop.

Dopo una serie di album incisi tra Impulse e sua maestà Blue Note, eccolo giungere al suo dodicesimo album in studio, „1978“, che lo consacra come artista dal suono senza tempo, ma, soprattutto, lo consolida come un vero e proprio custode del soul, capace di onorare i suoi predecessori e affermarsi come degno erede della loro sapiente tradizione. In un costante dialogare tra passato e futuro, stasera il palco dell‘Alcazar sarà il suo porto sicuro, mentre la sua voce luminosa ci invita ad evadere sulla pista da ballo.