Classe 1989, Riley Walker potrebbe persino dar fastidio per quanto è bravo. Chitarrista e cantautore folk sopraffino, in lui possiamo sentire tanto l’epopea del british folk più “mantrico” (dalle indolenze di Nick Drake alle liquidità ruvide di John Martyn) quanto lo psych folk americano (dall’estasi West Coast di David Crosby ai trip jazz di Tim Buckley).
Nobili influenze che Riley tratta sapientemente grazie alla sensibilità della sua Chicago: crescere assistendo a jam e concerti di elementi di Gastr del Sol, Tortoise e Wilco lo ha, evidentemente, formato al meglio. Tutto troppo perfetto? Forse, ma vi assicuro che ascoltarlo dal vivo è stato come vivere un sogno.
Il sogno di veder fluire canzoni lisergiche, che già incantano di per sé, dilatarsi oltre l’orizzonte sonoro: in un istante ci si ritrova in California al cospetto dell’Oceano, l’attimo dopo in qualche radura a meditare sul cosmo, quello dopo ancora in un bar di Chicago a ubriacarsi. Merito di una band incredibilmente brava nel mantenere l’equilibrio giusto tra gusto e sbrachi strumentali fantastici, ma anche dello stesso Riley che la conduce con naturalezza, facendola decollare col suo fingerpicking. Inutile sottolineare che, qualora amiate il magico connubio tra folk e psichedelia, questo sarà il vostro concerto dell’anno.
Geschrieben von Marco Caizzi