I nuovi palazzi sono ormai crollati da tempo, così come il Muro. Di quella Berlino dei primissimi anni ottanta è rimasta solo un’ombra, una traccia ormai mercificata tra fast food e onnipresenti cantieri. Resta il ricordo indelebile di quella Neue Deutsche Welle che stravolse i canoni musicali e di cui gli Einsturzende Neubauten sono l’ultima testimonianza vivente e – dopo oltre quarant’anni – tuttora in ottima salute. Una band che, accompagnata da quello che è forse il logo più iconico dell’intero mondo post punk, fra urla, sudore e distruzione, strumenti autocostruiti e metalli percossi, è passata dall’approccio industrial degli inizi alla più compiuta forma canzone che li ha portati da tempo a calcare le tavole dei palcoscenici istituzionali.
Nel frattempo Blixa Bargeld ha accompagnato fin dagli inizi Nick Cave nell’avventura Bad Seeds, per poi allontanarsene solo nel 2003, ha lavorato con Alva Noto nel duo ANBB, porta avanti l’intensa collaborazione con Teho Teardo (due dischi in studio ed un live all’attivo), mentre Alexander Hacke lo abbiamo più volte visto con il suo progetto parallelo hackedepicciotto che divide con la moglie Danielle de Picciotto. Ma gli Einsturzende Neubauten non sono mai scomparsi e all’altro componente originario, N.U. Unruh, dal 1997 si sono uniti Jochen Arbeit e Rudolph Moser. Oggi tornano all’Auditorium per il Romaeuropa Festival, con una scaletta che si concentra sulla produzione dal 2000 in poi, per presentare
“Rampen – APM: Alien Pop Music”, album uscito ad aprile di quest’anno.
Geschrieben von Carlo Cimmino