Io ancora non riesco a pensare a Tagliarini senza Deflorian e viceversa. Eppure sono ormai passati alcuni anni dal momento in cui i due hanno preso strade autonome e hanno già debuttato con nuovi progetti durante la scorsa stagione di FOG. In pochi giorni sarà di nuovo Antonio Tagliarini (1965), danzatore, attore e regista, a tornare in Triennale insieme a Gaia Ginevra Giorgi (1992), poeta, artista performativa e sonora. Corpi, musica. E le parole?
Lo spettacolo La foresta trabocca matura in relazione a due libri. A partire dal titolo, che viene preso in prestito dal romanzo surreale di Maru Ayase uscito lo scorso anno, nel quale la foresta diventa il nuovo mondo della protagonista, in fuga dal ruolo di musa del marito. L’azione performativa e sonora, leggo, approfondirà il tema del fallimento, proponendolo come nuova forma di libertà, citando il secondo libro, un saggio questa volta, L’arte queer del fallimento di Jack Halberstam, arrivato in Italia due anni fa. Ecco le parole. Mi sembra così bello vedere uno spettacolo che conduce a qualcos’altro, un film, una musica, un libro. Un’apertura, una strada che ogni spettatore è invitato a percorrere, se vuole, fin dove vuole. Chissà dove si arriva.
PS: il 15 e 16 Tagliarini e Giorgi terranno un laboratorio gratuito, due mezze giornate di lavoro collettive sul libro di Halberstam con i linguaggi della danza, del suono, della scrittura, muovendosi tra improvvisazione, montaggio e nuove drammaturgie.
Geschrieben von Irene Caravita