Buttechno potrebbe essere l’alter ego di Skee Mask, al di là di un’ipotetica e immaginaria (e inutile) cortina di ferro tra Est e Ovest: russo il primo, inglese il secondo, entrambi tanto schivi – o comunque dal profilo basso – quanto iper prolifici e capaci di passare dalle martellate in 4/4 a composizioni più rarefatte.

Buttechno in realtà è già un alter ego di suo, perché dietro questo moniker si cela Pavel Milyakov, che rappresenta l’anima più „ambient“ e placida e si diletta non solo con i synth, ma anche con la chitarra (ha un passato punk e post-punk) da cui tira fuori composizioni e suoni mirabili. Mirabili sono anche le sue collaborazioni con Yana Pavlova, Bendik Giske, Alex Zhang Hungtai e Richie Culver, che lo hanno portato a uscire per label come Smalltown Supersound o la sua PSY X, mentre su AD 93 ha licenziato forse il suo album più bello, „Project Mirrors“.

Pavel vive a Berlino: meditava di andarsene dalla Russia già da tempo perché lì, come ha dichiarato in alcune interviste, la vita è tutt’altro che rose e fiori, specialmente se hai deciso di dedicarti all’elettronica. Figuriamoci con un conflitto di mezzo. Sul suo bandcamp trovate anche un disco del 2016 dedicato a Yalta: che sia l’auspicio per un 2025 dove ritornare a ballare mettendo da parte armi e riarmi.