Arrivo a Torino venerdì pomeriggio, è leggermente nuvoloso e fa comunque caldo, l’aria che si respira però è diversa da quella frenetica che spesso mi porta nella città sabauda d’inverno. C’è un fermento diverso: le persone in strada, quelle alle fermate della metro e dei bus, i ragazzi in giro e ai bar e persino poi il portiere di casa, sembrano tutti in attesa di qualcosa che li sta entusiasmando particolarmente. È strano, l’estate mi porta ad essere più esaurito e infastidito del solito tra caldo, sudore, gente in giro che sciabatta e ancora più turisti. Qui invece sono tutti più accoglienti e solari del solito, quasi come se tutti fossero sintonizzati su una stessa frequenza, tutti in attesa che inizi qualcosa. Parlando con alcuni di loro tutti pronunciano solo tre parole: vai al Kappa?
Così mi è chiaro che quella piacevole frenesia mista a eccitazione è dovuta al festival che nel corso degli anni è cresciuto sempre di più fino a, praticamente, invadere tutta la città. Al festival ero già venuto diverse volte, ma mai avevo percepito in città tutto questo fermento. Certo il festival dai 2 o 3 stage dei primi anni ora ne ospita 6 e in ogni angolo della città si respira quella voglia di far festa. La città non si blocca – e da milanese, di week in cui la città si blocca ne vedo tante – ma qui invece si anima.
come se tutti fossero sintonizzati su una stessa frequenza, tutti in attesa che inizi qualcosa.
La line up anche quest’anno mette d’accordo tutti quelli che vogliono ballare all’insegna dei 4/4, house e techno soprattutto, poi starà ai dj far scoprire altri ritmi e territori sonori. E di nomi che secondo me possono fare la differenza ce ne sono diversi: Donato Dozzy e Lena Willikens in primis, ma anche i live di Floating Points, Caribou e Soulwax, il b2b di Ben Ufo e Francesco Del Garda, Jane Fitz, e perché no anche Diplo. Ma se volete immergervi totalmente in un viaggio musicale non perdetevi il nuovo Lab Stage che venerdì e sabato è curato da STOOR il progetto di Speedy J per la prima volta in Italia. Un sorta di lunghissima jam session live di musica elettronica in cui gli artisti in programma (Surgeon, Fjaak, The Lady Machine, Aurora Halal, Colin Benders, Mathew Jonson e .Vril) smanettano tra sintetizzatori, drum machine e altre diavolerie musicali, unite, coordinate e mixate insieme dall’ideatore e maestro sonoro di questo progetto: Speedy J (che non è uno di primo pelo, quindi sa bene come muoversi in live). Ma Stoor non è solo questo.
Poi per chi non ne ha abbastanza ci sono pure gli after e sarà difficile scegliere tra Adiel, Dixon, Bhin + Innerlakes, DVS1.
Lo scorso anno, prima della pioggia della domenica (non riuscii a farmi la tripletta) andai a prendere un po‘ d’aria al Monte dei Cappuccini, mi piace sempre vedere la città da diversi punti di vista. Non c’era quell’aria eccitata di inizio kermesse ma avevo quella sensazione di aver vissuto un gran festival, aver incontrato un sacco di persone e vecchi amici, aver ascoltato della bella musica ed essermi portato a casa ancora un sacco di clubbing memories. Quest’anno rifaccio tutto uguale e so che non me ne pentirò.
Geschrieben von EZT