La fiaba è stata per secoli la prima forma di approccio al racconto di un essere umano. Un strumento che comunamente – e superficialmente – viene ancora oggi visto solo come un espediente per tenere buoni o far addormentare i pargoli, ma che, in realtà, è un primo incontro decisivo con l’immaginazione e la narrazione, così come con la morale e il linguaggio: un momento di imprinting culturale complessivo e insostituibile. La fiabe hanno poi radici nei territori e nei popoli, dalle cui diversità nascono storie e protagonisti ogni volta diversi, seppure, come Propp ci ha insegnato, la struttura è ovunque la stessa.
Ripensare e interrogare la collezione del Museo delle Civiltà attraverso questa chiave è quindi un’ottima intuizione, che permette di vedersi allo specchio e conoscersi un po‘ più da vicino. Il percorso espositivo si snoda attraverso oltre cinquecento opere – tra dipinti e disegni, abiti e maschere, amuleti ed ex voto, attrezzi agricoli e veicoli di trasporto, strumenti musicali, giocattoli, fotografie, stampe e filmati – e si configura come un’avventura che mette in luce le connessioni profonde tra fiabe, arti, tradizioni popolari e la storia reale che esse riflettono, permettendo così di leggere e legare tra loro passato e presente.
Oltra alla curatela di Massimo Osanna (Direttore generale Musei) e Andrea Viliani (Direttore del MUCIV), c’è da sottolineare la collaborazione di Cristiana Perrella, l’allestimento a cura di Formafantasma (insieme all’arch. Maria Rosaria lo Muzio) e una progettazione generale votata all’inclusività e all’accessibilità che ha visto il coinvolgimento di numerose associazioni di riferimento, con il coordinamento di Miriam Mandosi. Una mostra per tutte e tutti, proprio come lo sono le fiabe.
Geschrieben von Nicola Gerundino