Nata a Tbilisi, in Georgia, e cresciuta artisticamente a Berlino, Thea Djordjadze lavora moltissimo sulla forma architettonica, creando installazioni e opere-ambiente fatti di costruzioni esili, blocchi di poliuretano, scenografie di simil-mobili senza funzione. Il linguaggio del moderno e delle avanguardie è il suo pane quotidiano, intersecato a riferimenti visuali estranei, tappeti georgiani, video, lastre di vetro dipinte. La fascinazione per Melotti, per i suoi teatrini, emerge nella sua opera da anni, e prende la forma di un lavoro esplicito in Triennale curato da Lorenzo Giusti – appena nominato direttore della Gamec di Bergamo – con la direzione artistica di Edoardo Bonaspetti. Una fusione tra due immaginari incredibilmente affini, tra un archetipo e una sua reincarnazione, una metarchitettura progettata per inglobare le strutture di Melotti.
Geschrieben von Lucia Tozzi