Giardini condivisi

Cascine, community garden, orti urbani e verde alternativo

Quando i cittadini costruiscono il verde urbano

Geschrieben von Lucia Tozzi il 6 März 2019 Aggiornato il 7 März 2019

Si parla molto di verde urbano e parchi a Milano. Il pensiero corre subito ai grandi parchi classici, se non addirittura al Bosco Verticale, e poi ai 3 milioni di alberi promessi da Milano 2030, alla riforestazione urbana, a Renzo Piano in ginocchio sotto al Duomo che disegnava alberi insieme ad Abbado, e poi ai nuovi parchetti nati all’ombra dei grattacieli, la Biblioteca degli alberi sotto Piazza Gae Aulenti o il pratone di Citylife.
Ma per fortuna non dobbiamo affidarci solo ai grandi progetti immobiliari o sperare nei sogni delle archistar. Il desiderio di giardini, di foglie, di fare fiorire spazi abbandonati, di prendersi cura di spazi comuni senza le vessazioni di guardiani importuni, di alimentare nuovi ecosistemi per specie vegetali e animali diverse dai piccioni e dalle tristi siepi di bosso, ha fatto nascere molti spazi di incontro, di scambio culturale, di accoglienza, di costruzione di un humus urbano diverso. Studiosi e attivisti moltiplicano le ricerche e le pratiche di questo tipo a Milano, già molto diffuse nelle grandi città internazionali. «Oggi si contano più di un centinaio di attività tra giardini condivisi, orti urbani (ColtivaMI), orti nelle scuole (MIcoltivo) e cascine. E si tratta di luoghi attivi, riconosciuti dagli abitanti come punti d’incontro importanti per i quartieri, spazi a disposizione dei residenti che possono ospitare feste, mercatini, incontri, laboratori, attività didattiche oltre che quelle agricole» racconta Simona Galateo, che in questi anni ha studiato iniziative sorte in ogni città d’Europa sul verde e l’agricoltura urbana. Dal centro alla periferia, la città si sta popolando di questi luoghi in fermento, dotati di una grazia e di una forza difficile da trovare altrove. Abbiamo utilizzato, per indicarne alcuni tra i più interessanti, anche il lavoro di mappatura di Gianmaria Sforza e Nicla Dattomo per Super, il Festival delle Periferie: Atlante Periferico, ora consultabile tramite l’app AtPer.
Quella descritta da AtPer è una geografia che costruisce un immaginario di Milano arricchito da serre condivise e inclusive, ferrovie dismesse su cui pedalare, cave allagate in cui pescare, cortili illuminati dal fascio del proiettore di un cinema all’aperto, boschi coltivati come orti, sterrati che finiscono in giardini di piante esotiche.

Contenuto pubblicato su ZeroMilano - 2019-03-16

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