Trovandosi affianco alla stazione Garibaldi, l’isola era un quartiere di ferrovieri, ed è quindi ricca di „palazzi di ringhiera“, una delle tipologie più amate dalla nouvelle vague delle case milanesi. Le ringhiere si affacciavano – e si affacciano tuttora – sui cortili, e ne sono rimasti di bellissimi. È proprio in alcuni di questi che si trovano alcuni degli spazi più affascinanti dell’Isola.
Il più famoso forse è quello di via Pastrengo 12. È lì che si trova O‘, uno degli spazi dove è transitata la storia del quartiere, dove si è fondato il mito. Qui dal 2006 abbiamo assistito a concerti incredibili, performance che non si potevano vedere da nessuna altra parte in città, e qui è nato anche lo straordinario Festival Sprint dell’editoria indipendente, che ha invaso prima l’intero quartiere e poi si è espanso verso la zona di porta Venezia. Il cortile però è occupato anche da una casetta minuscola al centro, abitata dai grafici-creativi dello studio Propp e da due stanze-sculture-strutture di legno di Duilio Forte.
Dal portone affianco, il 14, si accede a un altro cortile abitato, la sede di YoRoom, bellissimo coworking con spaziosissime e luminosissime sale ipogee, che si popola di folle incommensurabili durante la design week.
Il più popolare e verace di tutti i cortili è invece quello che ospita la sede di Shareradio, in via Borsieri 12: qua si entra in un mondo parallelo di un’Isola che lascia fuori tutto lo strato patinato, per sostituirlo con un’incessante attività solidale e collaborativa, con abitanti di tutti i generi ed età.
I due cortili più verdi e fronzuti sono quelli dedicati al bere e agli incontri: il celeberrimo cortile del Frida, con i graffiti e i rampicanti e un vociare costante sotto l’alta tettoia, stipato di giovani e universitari, e il cortile del Deus, aperto ed elegantissimo, un paradiso di alcool di buon livello e fichi spaziali.
Ultimo verso nord, il cortile complesso e articolato della Fonderia Napoleonica Eugenia, presieduto da Piervito Antoniazzi e sede, oltre che del laboratorio di Uroburo e di vari studi, di eventi e incontri di alta gamma. Qui si viaggia nel tempo, facendo vagare la mente al tempo frenetico di Eugenio Beauharnais e alle campane fuse nel bronzo sotto le monumentali campate di via Thaon de Revel, tra un risottino e una conferenza stampa con tanto di prova di Oculus.