Mai mai mi sarei immaginata, fino a qualche tempo fa, che sui Navigli ci si potesse muovere con un’andatura diversa dall’ondeggiamento tipico dell’ubriaco. E invece c’è chi, come Simone Lunghi, impazza per una settimana tra canoa e bici passando da un naviglio all’altro gonfiando e sgonfiando, caricando e scaricando (Darsena-SommaLombarda-Abbiategrasso-Panperduto-canale Villoresi-Paderno-Martesana-Cassina de’Pomm-Darsena-naviglio Pavese-Pavia). C’è chi come Floriano Macchione corre ogni giorno dal Naviglio all’ex-Expo e ritorno, così.
Nascono posti come TornaVento, per i ciclisti, o VerdePisello per comprare ogni cosa per correre. Ci sono bistrot che affittano bici d’epoca e consigliano itinerari al confine tra acqua e campagna, e naturalmente la meraviglia dei Circoli Canottieri di Milano: Olona, Canottieri Milano (il più sontuoso, con la piscina olimpionica e i trampolini per i tuffi, e il basket, l’atletica, mille altri sport e un ristorante super) e Canottieri San Cristoforo, con tutte le loro rivalità acerrime.
Poi c’è l’urbanissima e tondeggiante Piscina Argelati, dietro la Naba, e le scuole di danza in zona Watt-Morimondo. Insomma, tutto un intero mondo di salute, sudore, luce, muscoli, competizione (si spera leale e franca), brand sportivi, cuffie nelle orecchie, schizzi di pagaie, levatacce all’alba, gadget fichissimi, colori netti, urla virili e tatuaggi al vento, sforzi collettivi e individuali, eleganza, chiappe sode, pacchi corposi, eros allo scoperto, imbarcazioni, meritate glorie, energia pura.