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Tempio del futuro perduto Via Luigi Nono, 9
Milano

Più che il frutto di una occupazione politica, il Tempio del futuro perduto è figlio del precariato culturale che impera a Milano, forse meno che in altre città, ma non tanto. Un gruppo di giovani (tra i 18 e i 35 anni, in Italia giovani a pieno titolo), esausti dalla partecipazione a bandi e concorsi, da immersioni nella burocrazia e nel marketing prive di senso, decidono in pieno dicembre 2017 di occupare lo spazio esterno alla Fabbrica del Vapore vista Cimitero Monumentale. Già Macao era partito da un gruppo di lavoratori dell’arte, e così anche questi decidono giustamente di appropriarsi di uno spazio per farci qualcosa senza dovere costruire un budget decennale e baciare la pantofola della Fondazione Cariplo, un rito obbligatorio per chiunque oggi voglia legalmente fare progetti artistico-culturali. Qui si fa arte giovane, legata al clubbing, rispettosa delle istituzioni e collaborativa, sono tutti giovani con il cv, antirazzisti e politically correct. Particolarmente ridicole le accuse di antagonismo e abusivismo da parte dei matusa.