Mi danno una chiave. Dicono che è l’unico modo per entrare. Ci sarà un cancello sulla tua destra: usa la chiave e sali sopra. Complimenti, hai raggiunto quota 1000 cocktail bevuti qui da noi e quindi ti meriti l’accesso al nostro club segreto. Scherzi a parte – che poi 1000 cocktail li avrò pure superati – per entrare al Portal Club c’è bisogno di un invito che si presenta sotto forma di chiave. Ed è subito secret bar, di quelli dove tutti vogliono andare ma in cui non tutti possono. Come in questo caso. Un membership club only nato sotto il segno del Deus, un’enigma che potete accedere solo se avete le coordinate. La tenacia di una vita passata a questo bancone viene riconosciuta ed eccomi ad aprire un misterioso cancello che mi da l’accesso a un altro bancone, poco distante dal primo. Il Portal Club ha le luci soffuse, una bottigliere spaziale retroilluminata di verde, un camino e delle poltrone dove sprofondare fin dopo la mezzanotte. Solo 40 posti, non è previsto lo standing, si prenota su tre diverse fasce orarie per evitare sovraffollamento. Lo speak easy infatti deve essere così: lento, quasi sussurrato, dove il bere è rilassato e di qualità. Come in questo caso, dove la lista è firmata Fabio Spinelli ed eseguita magistralmente da Morris Mau.
Al Portal Club al classico aperitivo si sostituisce il concetto di food pairing. Nessun buffet, trovate di nicchia che possono essere acquistati da una vetrina frigo e consumati in loco o a casa. Dalla cucina è possibile scegliere due piatti, che cambieranno periodicamente. Son già le 2:00, all’attivo due cocktail, tentenno sul terzo. Ma tanto ho la chiave, ritorno quando voglio. E succederà presto, molto presto.